Si tratta di una delle giocatrici di scacchi più forti del pianeta, tanto per mettere le cose in chiaro. Figlia di un padre russo ed una madre armena, nata in Moldavia ma di nazionalità francese, Almira Skripchenko può vantare un palmarès nel mondo degli scacchi da far impallidire chiunque, in particolar modo gli appassionati di quel mondo che ne comprendono a pieno la portata.
Messa di fronte alla scacchiera a soli 6 anni, la sua corsa si fa presto inarrestabile: diventa campionessa del mondo under 16, campionessa europea a soli 25 anni e campionessa francese per tre anni consecutivi dal 2004 al 2006. Può vantare inoltre anche i titoli di International Master e Woman Grandmaster, questi ultimi assegnati dalla Federazione Mondiale degli Scacchi. Come dire, benvenuti nell’elite.
Tuttavia, la Skripchenko – che a fronte di tanti allori ha solo 33 anni - non è rimasta insensibile di fronte alla possibilità di lanciarsi nella nuova sfida del tavolo verde, e il fascino del Texas Hold’em ha irretito anche lei. Che, una volta ambientatasi, ha cominciato a mietere risultati, come era già abituata a fare di fronte alla scacchiera.
Il 2009 è stato l’anno del suo impegno vero e proprio in questa disciplina, durante il quale si è cimentata in più di un appuntamento live di prestigio. I risultati? Un trentanovesimo posto nello scorso EPT di Dortmund, in marzo, a cui è seguito lo splendido settimo posto in un torneo No Limit Hold’em da 2.000 $ delle WSOP ed un altro piazzamento In The Money solo un mese fa nel corso dell’EPT di Barcellona. La ragazza, manco a dirlo, ha mostrato di avere stoffa.
E quando commenta il suo passaggio fra i due giochi, che apparentemente possono sembrare molto diversi agli occhi dei neofiti, il tutto le appare estremamente normale: “Credo che i giocatori di scacchi abbiano delle doti naturali che li portano a poter far bene nel poker, perché giocare a scacchi comporta ragionare molto a livello strategico. Di certo c’è anche della statistica nel poker, ma credo che l’aspetto strategico sia ancora più importante, ed è possibile migliorare sotto entrambi i punti di vista, fino ad eccellere”.
Ha mosso i suoi primi passi nel prestigioso club parigino Aviation Club a partire dal 2003, concedendosi piccoli tornei, e a partire dal 2008, dopo alcuni risultati e tavoli televisivi, è riuscita a guadagnarsi una sponsorizzazione da parte di Winamax.
Nonostante giochi ancora a scacchi ad alti livelli, in questo periodo sta battendo le tappe dell’EPT, e può così parlare delle differenze fra i due tipi di competizioni: “E’ un genere di sfida differente, negli scacchi ho ormai raggiunto qualsiasi risultato possibile, mi manca soltanto il titolo mondiale e sicuramente proverò a conquistarlo il prossimo anno”.
Al di là di alcune analogie tra le due discipline, Almira si sofferma sulle differenze: “In realtà nel poker devi ben presto dimenticarti di tutto quello che hai appreso attraverso gli scacchi. D’accordo, di certo devi saper mantenere alcune capacità, ma soprattutto acquisirne di nuove e considerare nuovi fattori nel prendere decisioni che prima non avresti valutato. Ho imparato come bluffare e come agire, si tratta di integrare vari elementi ed anche di conoscersi meglio. In effetti, è un po’ come la psicoanalisi, ho scoperto che questo mi piace molto: posso bluffare o posso agire”.
La differenza maggiore resta comunque il fattore di rischio: “Gli scacchi sono un gioco silenzioso, ed estremamente razionale. Anche nel poker vi è della razionalità naturalmente, ma il fattore di rischio e di casualità che tanto incide nel poker non esiste negli scacchi. Nel poker, talvolta, devi cercare di correre un rischio”. E questo le ha portato un ulteriore arricchimento: “Da un punto di vista filosofico, diciamo, il poker ti insegna ad accettare la sconfitta, a considerarla come qualcosa di poco importante e ad andare avanti. Quando ho raggiunto il tavolo finale alle WSOP, ero felice perché questo dimostrava che avevo maturato certe capacità ed anche perché mi faceva sentire una persona più forte. Ad un certo punto ero stata anche molto vicina ad essere la chipleader, ma non sono una maga e sto imparando”. E sembra riuscirci piuttosto bene, finora.
Qual è allora il prossimo obiettivo di Almira? Ce lo svela divertita: “In un anno il mio amico Manuel Bevand (player francese sponsorizzato dalla stessa Winamax, ndr) mi ha detto che farà di me una macchina. Non sono sicura che questo mi suoni così desiderabile, ma d’accordo, cercherò di diventare una macchina, questo è il mio obiettivo”.
E in un mondo del poker che è sempre alla ricerca di giocatrici capaci di imporsi ai vertici, state pur certi che puntando sulla Skripchenko i risultati non tarderanno a darvi ragione.