Due mesi fa l'appello di Maurizio Ughi, in molti l’avevano preso come una provocazione, ma Snai Servizi (società indipendente da Snai Spa, collegata però allo stesso network) fa sul serio e dalle parole è passata ai fatti: la compagnia toscana ha presentato un ricorso al Tar del Lazio per “richiedere l’autorizzazione alla raccolta di scommesse, pur in assenza di concessione”. Lo ha annunciato lo stesso Ughi all’agenzia Agimeg.
Con ogni probabilità il ricorso sarà respinto perché anche se il Tribunale Amministrativo dovesse applicare le recenti sentenze della Corte di Giustizia, Snai Servizi dispone solo di concessione italiana e non è possibile operare all’interno dell’Unione Europea senza una licenza rilasciata da uno dei paesi membri (ad esempio Malta, Gran Bretagna etc.).
Pertanto, per accettare gioco senza concessione italiana (obiettivo dichiarato da Snai Servizi), la società toscana dovrebbe fare prima richiesta per ottenere una licenza “europea” ad uno degli enti regolatori. Lo chiarisce molto bene anche l’avvocato Stefano Sbordoni in questa intervista.
Ma Snai Servizi ha intenzione di proseguire il percorso prospettato solo due mesi fa: “vogliamo andare avanti per la nostra strada, affinché ci sia un unico regime per la raccolta di scommesse in Italia. Dopo il Tar ci faremo valere di fronte alla Corte di Giustizia Europea”.
Come noto, in Italia sono esistenti due canali di raccolta: il primo sotto il regime concessorio di ADM (Agenzia Dogane e Monopoli), il secondo autorizzato dalla Corte di Giustizia Europea che ha posto l’accento sul carattere discriminatorio dei precedenti bandi di gara che non hanno permesso a soggetti esteri di partecipare all’assegnazione delle concessioni per le scommesse. Pertanto alcune società maltesi (con azionisti britannici) e austriache possono operare senza autorizzazione di ADM, con grossi vantaggi dal punto di vista fiscale e operativo.
Il 12 giugno Snai Servizi aveva presentato una richiesta formale ai Monopoli di Stato per essere autorizzata ad accettare gioco senza concessione. Logico che non vi sia stata alcuna risposta. ADM fa parte della Pubblica Amministrazione e può al massimo applicare le leggi esistenti che non prevedono la fattispecie prospettata. Il problema del doppio canale di raccolta deve essere quindi affrontato dal Governo e dal Parlamento ma nel rispetto della giurisprudenza comunitaria.
Per questo motivo Ughi ha comprato stamani una pagina pubblicitaria del Corriere della Sera (foto in alto), con una lettera rivolta ad Agnese Renzi, moglie del Premier, per sollecitarlo a rispondere riguardo al problema.
“Lo sa che due settimane fa abbiamo inviato a suo marito il presidente Renzi un nostro appello? Lo sa che siamo convinti che il presidente non sia riuscito ancora a leggere il nostro appello? Ora che lo sa domani mattina a colazione davanti alle vostre tazzine di caffè, per cortesia, metta in vista il nostro appello al presidente. Signora Agnese ci siamo permessi di rivolgerci a lei, invadendo un momento di intimità familiare, perché riteniamo necessario che il Presidente sia personalmente a conoscenza di quanto esposto”.
Questo invece è il precedente appello di Ughi a Matteo Renzi, sui principali quotidiani italiani:
"Presidente Renzi, lo sa che lo Stato Italiano detiene il monopolio dei giochi e delle scommesse? Lo sa che la rete dei negozi di scommesse è autorizzata dallo Stato? e che esiste un’altra rete “parallela”, priva di autorizzazioni in Italia, che non versa alcuna imposta sul gioco? Lo sa che il business di questa rete “parallela” provoca un mancato introito fiscale stimato in 500 milioni di euro e che questa rete “parallela” non è obbligata a rispettare i regolamenti di gioco imposti dallo Stato? Lo sa che questa rete “parallela”, presente sul territorio italiano da oltre dieci anni, conta più negozi di quella autorizzata dallo Stato? Ora che lo sa, presidente, raccolga il nostro appello e ponga fine a questa pericolosa discriminazione. [...]
Presidente, ci aiuti a continuare a lavorare per lo Stato, a essere ancora la rete dello Stato che garantisce i consumatori. Ci aiuti a credere che se ne occuperà personalmente. [...] Snai Servizi srl nel 1998, in proprio e con società all'epoca da essa controllate, è stata a fianco dello Stato Italiano per immettere nella rete di raccolta ufficiale le scommesse sportive, rendendole legali, sottraendole così alla malavita e al gioco clandestino. Oggi, dopo quasi vent'anni, Snai Servizi vuole essere ancora a fianco dello Stato Italiano affinché la rete di raccolta torni nuovamente sotto il totale controllo dello Stato come garanzia nei confronti del cittadino".