Tira una strana aria sull'Europa, spifferi di guerra fredda, a causa della guerra civile ucraina. Il forte scontro (politico) tra Nato e Russia rischia di creare un’escalation pericolosa in molti settori dell’economia, compreso l’e-gaming. Senza alcuno sconto.
Dopo l’oscuramento delle principali rooms, c’era stata una concreta apertura del Governo Russo nei confronti del poker online. A luglio era trapelata la volontà di Putin e dei suoi collaboratori di aprire le porte del mercato ai big di settore, con una politica molto chiara: l’ordine era quello di legalizzare il poker (essendo un gioco d’abilità) e bannare il resto del gambling.
Igor Shuvalov (braccio destro di Dmitry Medvedev) aveva incaricato il Ministero delle Finanze e dell'Economia di pianificare una ricerca sul mondo del poker online. Coinvolta nel progetto anche la Russian Legal Information Agency (RAPSI).
Il mercato russo è ritenuto dagli analisi strategico per la ripresa del mercato del poker online mondiale, ma le recenti tensioni politiche tra Nato, Unione Europea e Russia sulla questione ucraina, rischiano di produrre un effetto domino pericoloso anche il poker online.
Il Cremlino sbarra la strada alle multinazionali occidentali, senza eccezioni e non si fanno sconti neanche per le principali poker rooms mondiali, già oscurate da Mosca. Bisognerà solo capire se il premier Medvedev vorrà andare avanti nella legalizzazione, favorendo i siti web filo russi.