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Come dire agli altri che (non) giocate a poker

pokerstars_500_freeroll114Se vi è capitato di incontrare qualche amico o conoscente che, una volta conosciuta la vostra passione per il poker, vi abbia lanciato un'occhiataccia o abbia scosso più o meno lentamente la testa, immaginate quanto spesso situazioni del genere possano accadere a chi del poker ne fa una professione.

Per Katerina Malasidou, che fa parte del team pro online di PokerStars.com, la situazione se possibile è ancora più complessa: non soltanto è una giocatrice in prima persona, ma lo stesso vale per il suo fidanzato, André Coimbra. Il portoghese, che in passato è stato un giocatore di successo nel mondo di "Magic: The Gathering", è infatti uno specialista dei sit&go estremamente vincente.

"Ogni volta che mi chiedono cosa faccia per vivere provo un sentimento di rassegnazione - spiega sul suo blog - una conversazione che poteva durare due minuti rischia di diventare più spesso che no in un dibattito di mezz'ora senza via d'uscita". Ecco che allora, come tutti quelli che si trovano in una situazione analoga, ha cominciato a studiare qualche semplice strategia per uscire da questa fastidiosa situazione di impasse.

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"Come prima cosa, non è sempre necessario che l'altra persona sappia che lavoro fate - ricorda - a volte si tratta di qualcuno che intende semplicemente fare conversazione, in altri casi invece è assolutamente importante che spiegate che cosa significa essere un giocatore professionista, qual'è il suo stile di vita, come nel caso in cui abbiate un appuntamento da un medico o un nutrizionista".

La maggior parte delle volte però, nel quotidiano, il primo scenario è certamente quello più comune: ecco quindi come se la cava Katerina in queste situazioni. "Un buon modo è quello di tenere l'argomento di conversazione lontano dalla sfera lavorativa - spiega - in fondo, specie se hai appena conosciuto qualcuno possono esserci molti altri argomenti di cui parlare. Se invece fanno una domanda diretta, in molti casi potreste sorprendervi nel realizzare che spesso rispondere con un'altra domanda che intenda cambiare argomento può essere sufficiente, se lo fate in maniera naturale".

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Tuttavia, non sempre questo funziona, e così ecco che in più di qualche occasione rimane una sola alternativa: mentire. Tuttavia, la Malasidou ricorda che non tutte le bugie sono uguali: "Solo perché ho deciso di non dire a qualcuno che sono una giocatrice professionista, questo non significa che debba dirgli di essere una ballerina di danza classica - premette - quindi cerco di raccontare una storia il più possibile vicina alla realtà, ad esempio dicendo che sono una contabile, il mio precedente lavoro, oppure rimango sul vago dicendo che lavoro al computer per una multinazionale, che in fondo è la verità".

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In ogni caso, a volte ci si imbatte anche in qualche gradita sorpresa: "Sempre più spesso capita che qualcuno conosca altre persone che fanno lo stesso, o qualcosa di simile - conclude - magari non capiscono esattamente cosa facciano, ma sanno che il poker è la loro unica occupazione, e probabilmente più se ne parla più questo potrà accadere frequentemente. In fondo, a volte infilarsi in un dibattito di mezz'ora non è poi così male...".

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