Lee Jones, attuale CEO di Cake Poker, ha voluto dire la sua sul prossimo Tournament Of Champions che si terrà durante le WSOP 2010, criticando il voto online come metodo di selezione dei partecipanti.
L’ex manager di PokerStars spiega le ragioni per cui avrebbe preferito che fosse stata una delegazione di giornalisti ad effettuare la votazione: “Ci sono un sacco di persone che stanno bombardando su Twitter i propri fans perché li votino. Addirittura, un giocatore è arrivato a offrire delle quote a tutti coloro che lo sosterranno con il proprio voto. Potrete trovarlo riprovevole, ma non era chiaro fin da subito che saremmo arrivati a questo? Dovremmo cercare di rendere questo spettacolo non più simile ad American Idol di quanto già non sia”.
In effetti, l’occasione è ghiotta: un freeroll con 1.000.000 $ in palio e soli 27 partecipanti, tutti con almeno un braccialetto WSOP al polso. Considerando anche l’esposizione mediatica che ne deriverà, chi non vorrebbe esserci?
Jones tuttavia trova tutto questo poco meritocratico, e teme che alcuni personaggi possano restarne fuori, in quanto meno alla ribalta della cronaca pokeristica. Nella sua lista si trovano pertanto nomi come quelli di Daniel Negreanu, Jason Mercier o Annette Obrestad affiancati ad altri inattesi: “Matt Hawrilenko dovrebbe esserci, in quanto si tratta di uno dei giocatori heads-up di limit hold’em più forti al mondo, così come dovrebbe avere il suo posto David Sklansky, che grazie ai suoi libri ha rivoluzionato il mondo del poker trent’anni fa”.
Altro nome sponsorizzato è quello di Billy Baxter, che nel 1986 vinse una causa decisiva contro l’erario statunitense, facendo riconoscere quanto guadagnato dalla sua attività di giocatore come “earned income”, ovvero come denaro derivante da un lavoro e non da un investimento. Di fatto, si tratta di ciò che ha sancito la nascita della figura del professional poker player, il che per Lee Jones merita un riconoscimento.
Probabile che alcuni dei suoi suggerimenti non verranno accolti, visto anche che ciascun votante può esprimere una sola preferenza e le giovani generazioni più difficilmente saranno tentate di premiare rappresentanti della vecchia guardia pokeristica.
Tra l’altro, fra i giocatori eleggibili abbiamo anche un tridente italiano d’eccezione composto da Dario Alioto, Dario Minieri e Max Pescatori: speriamo che i votanti che determineranno il roster del Tournament Of Champions sappiano ricordarsi anche di loro.