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Daniel Negreanu ed il gioco con le trash hand

Se avete mai visto giocare il Pro danese Gus Hansen ai tavoli di Texas Hold’em, allora vi sarete certamente chiesti perché decida spesso di entrare in azione con mani come 9-2 offsuit quando la gran parte dei libri sul poker raccomanda di foldarle all’istante.

Per Daniel Negreanu, il principio base dietro al gioco di una trash hand non riguarda il valore in sé della mano, quanto piuttosto: 1) La possibilità di rappresentare qualcosa di forte bluffando e 2) La speranza che gli avversari non abbiano una premium hand.

“Facciamo un esempio: tutti quanti foldano prima di voi e, da posizione di bottone, ricevete la mano peggiore del Texas Hold’em, 7-2 offsuit! Probabilmente, almeno nel 98% di casi, vi suggerirei di foldare ed aspettare una situazione migliore; ma se sapete che sui bui ci sono due player che giocano tight ed in maniera molto prevedibile, allora potrete rilanciare praticamente con qualsiasi due carte. Non giocherete la vostra mano per il suo valore, ma soltanto per exploitare le tendenze degli avversari.

Se piazzate un raise, ci saranno buone possibilità che entrambi facciano fold, e questo è sicuramente il miglior risultato atteso. Se invece almeno uno di loro si appoggia per il call, non sarete necessariamente già fuori dalla mano. Ipotizzando infatti che chiami solo il Big Blind e che il flop sia a 9 4 , se l’oppo tight di BB non ha l’Asso allora quasi certamente farà check, lasciandovi spazio libero per una continuation bet anche se non avete assolutamente nula.

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Se l’altro fa call, oppure annuncia un raise, abbondonerete immediatamente ogni progetto su quella mano. Tuttavia, ciò accadrà con meno frequenza rispetto all’ipotesi del fold. E sappiate che questo non è neanche l’unico modo per vincere il piatto, perché potreste benissimo hittare sul flop anche con 7-2. Con un po’ di fortuna, sul board potreste chiudere una doppia coppia, un trips o anche una pur debole top-pair.

Giocare una trash hand non è un’azione che va fatta sempre, tuttavia va provata di tanto in tanto almeno per cercare di portare il proprio livello di comprensione del gioco ad un grado più elevato. Se infatti tutti i principianti si chiedono - “Cos’ho in mano?” – e dopo un po’ di esperienza anche “Cos’ha l’altro in mano?”, professionisti di fama internazionale come Gus Hansen partono invece da “L’avversario cosa crede che io abbia?”. In particolare, “The Great Dane” sfrutta la sua immagine da loose-aggressive per farsi pagare alla grande quando becca una monster hand.

Non giudicate un avversario dalle mani che gioca, ma cercate piuttosto di comprenderne i motivi che lo spingono a farlo ricordandovene per la prossima partita che farete contro di lui.”

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