John Racener, dopo l’arresto di sette giorni fa per guida in stato di ebbrezza, è tornato a parlare, rivelando i suoi timori ed un certo pentimento. Full Tilt Poker, il suo sponsor, l’ha richiamato all’ordine ma gli ha confermato la propria fiducia, d’altronde il player della Florida è all’apice della carriera dopo il Main Event WSOP.
Su Twitter, il November Nine ha mandato un messaggio alla community del poker: “Sono molto turbato a causa delle mie azioni degli ultimi giorni. Avrei dovuto sapere quali potevano essere le conseguenze. Ma non c’è più tempo per cambiare le cose. Sto ricevendo aiuto e già mi sento più forte. Voglio ringraziare tutti voi per il vostro sostegno e, in special modo, Full Tilt Poker che ha continuato a credere in me e ad assistermi, per farmi capire quali possono essere le conseguenze delle mie azioni sulla vita degli altri”. John è stato arrestato perché si è rifiutato di sottoporsi all'alcol test.
Se la community online gli ha mostrato solidarietà, la stampa statunitense ed alcuni portali hanno apertamente criticato il player, già recidivo: per lo stesso comportamento era stato fermato dalla polizia nel 2005 e nel 2007. Risulta inoltre essere stato condannato per ‘percosse’ per un episodio violento del 2009.
Per alcuni giornalisti statunitensi, il 25enne, in virtù del suo secondo posto al Main Event, è divenuto un ambasciatore molto popolare, ma altrettanto scomodo per le sue gesta lontano dai casinò: le sue azioni danneggiano l’immagine del mondo del poker, in un momento storico molto delicato negli Stati Uniti, dove è in corso una dura battaglia politica e mediatica per legalizzare il gambling online e legittimare il gioco come uno sport.
Diversi commentatori hanno evidenziato che Racener ha rischiato per ben tre volte di mettere a repentaglio la vita degli altri automobilisti dal 2005 ad oggi e non ha ancora imparato la lezione. Negli Stati Uniti, inizia ad essere un ambasciatore poco gradito, c’è chi gli rinfaccia anche di aver masticato in modo fastidioso la sua bubble gum, per tutta la durata del final table del Main Event, davanti alle telecamere di ESPN. Un comportamento non proprio professionale ed educato.
Nella terra delle mille contraddizioni, c’è chi vorrebbe la sua testa servita su un piatto d’argento, evocando le squalifiche record da parte delle leghe professionistiche americane, nei confronti di atleti capaci di simili gesta. Considerando la reiterazione del reato, rischia una pena detentiva di un anno ed è finito nell’occhio del ciclone dell’opinione pubblica statunitense non molto indulgente per questo tipo di azioni irresponsabili. Per John Racener si prospettano tempi duri, nonostante i 5,7 milioni di dollari vinti a Las Vegas nell’ultimo mese tra il Main Event WSOP e il quarto posto nel WPT Doyle Brunson Five Diamond. I soldi sono importanti ma non sono tutto nella vita.