Il clima è sempre più caldo e rovente tra PokerStars.com e i giocatori high roller: Jason Mo, dopo aver esagerato su Twitter, con alcune frasi poco felici nei confronti di un dipendente di PS, è stato bannato dalla room dell'Isola di Man. Il noto pro americano non potrà più giocare sulla prima room mondiale. Dal quartier generale di Rational Group hanno fatto sapere di avere applicato il regolamento alla lettera.
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Riavvolgiamo però il nastro. Jason Mo è considerato uno dei giocatori di maggiore talento, soprattutto nei giochi heads-up NLHE, ma la sua figura è controversa nel mondo del poker, in particolare per aver sempre mostrato ostilità nei confronti dei media tradizionali. Non a caso, non gode di molta popolarità tra i blogger e giornalisti statunitensi e, di conseguenza, non è conosciuto al grande pubblico. Ma tra i pro è molto rispettato perché non esita a volte a raccontare anche verità scomode.
Come tutti i pro e regular high stakes online, Mo ha - in questi caldi mesi invernali - criticato in maniera aspra le ultime decisioni di PokerStars riguardo il taglio del Vip System. Ma il rapporto conflittuale parte da lontano.
EPT Barcellona
Le polemiche divampano durante l'ultima edizione dell'EPT di Barcellona quest'estate (come raccontato in questo articolo di Assopoker), quando Mo denuncia che circa 30.000-40.000 chips erano state sottratte dal proprio stack nel corso di un break in uno degli eventi dell’European Poker Tour. Il pro di St. Louis polemizza sul fatto che non ci fossero telecamere di sicurezza all'interno della sala da gioco catalana.
Lee Jones, capo della comunicazione di PokerStars, gli risponde su TwoPlusTwo, nel podcast di Adam Schwartz. Iniziano a nascere i primi equivoci tra le parti ed i rapporti non sono più gli stessi. Jones accusa Mo di aver denunciato altre storie simili in passato, poi si scusa con il giocatore per il suo errore.
Jones non è l'ultimo arrivato in questo mondo: è un manager esperto, ha fondato con Scheinberg PokerStars ed è stato azionista nella precedente gestione, detenendo circa l'8% delle quote di Rational Group. Inoltre ha lavorato come dirigente per CardRunners e Cake Poker Network. Insomma, conosce molto bene il mondo del poker e mai era stato coinvolto in polemiche del genere.
Lo scivolone di Mo
Jason Mo, forse mosso da risentimento personale, esagera e supera ogni limite di tolleranza. La scorsa settimana, Joey Ingram aveva twittato di aver visto Jones ballare nel nightclub Aura durante il PokerStars Carribean Adventure.
Mo ha preso la palla al balzo e twittato che avrebbe pagato qualcuno pur di dare un calcio veloce nelle zone basse a Jones. Molti utenti su Twitter hanno compreso la gravità dell’affermazione tutt’altro che divertente e risposto per le rime a Mo, criticandolo. Adam Schwartz ha avvisato il player che stava superando il confine della decenza ma Jason Mo si è rifiutato di scusarsi. Il classico atteggiamento da bullo da tastiera.
Ma come spesso accade nella vita, ogni comportamento ed errore comporta delle conseguenze. Il mondo di internet e dei social media non è immune da tutto questo e non può sottrarsi alle regole della società civile e dell'etica. Istigare alla violenza non è un comportamento accettabile.
I sostenitori di Mo ritengono che alla fine sia stata una battuta mal riuscita ma l'aspetto grave sono senza dubbio le mancate scuse del pro. Un atteggiamento che dimostra l'assenza di pentimento . Un comportamento che non può essere accettato, se vogliamo vivere in un mondo civile.
Questa storia dovrebbe far riflettere molti bulletti che su internet si sentono al riparo da qualsiasi conseguenza. Di sicuro, la vicenda è emblematica e può essere presa da esempio. La reazione di PS nei confronti di Jason non si è fatta attendere. E potrebbero esserci anche altre ripercussioni extrapokeristiche (ma dipende tutto da Jones).
Jason Mo bannato: ecco i motivi
Il giorno dopo la minaccia nei confronti di Jones, Mo ha trovato nella sua casella di posta, una bella mail di PokerStars che lo avvisava che il suo account era appena stato bloccato, senza nessuna spiegazione.
Dopo tre giorni a Mo è stato comunicato che la decisione era stata presa per le minacce nei confronti del noto manager.
I termini e condizioni della piattaforma sono chiari e pare evidente che il giocatore abbia violato il regolamento (pubblichiamo in lingua originale per non essere fraintesi):
7.1 The User is prohibited from posting any unlawful, indecent, racist, obscene, libelous, defamatory or threatening material or any material that would violate any law or generally be considered to be offensive, via the Service whether using the chat function with respect to which please refer to the Card Room Rules, the player images option or in correspondence with Amaya Gaming’s staff.
8.1 Without prejudice to any other rights, if a User breaches in whole or in part any provision contained herein, Amaya Gaming or any other company within the Group which provides services to the User reserves the right to take such action as it sees fit, including terminating this Agreement or any other agreement in place with the User, immediately blocking the User’s access to the Service or to any other service offered by the Group, terminating such User’s account on the Sites or on any other Sites operated by the Group, seizing all monies held in the User’s account on the Sites or on any other Sites operated by the Group and/or taking legal action against such User.
Violazioni e conseguenze
In altre parole, minacciare un dipendente di PokerStars è una violazione dei termini di servizio e PokerStars stessa si riserva il diritto di punire eventuali violazioni in qualunque modo (l'unico limite ovviamente è la legge: alcune norme sono inderogabili anche da contratti ed accordi privati). In alcuni casi i manager di PS possono anche sequestrare il denaro sul conto.
In genere, per questo tipo di infrazioni, PokerStars infligge un blocco temporaneo dell'account o il ban a vita, ma non applica altre misure più drastiche come il sequestro dei fondi (sarebbe anche difficile da giustificare una misura del genere dinanzi ad un giudice). Quest'ultima misura è applicata da Stars solo per violazioni che mettono a repentaglio l'integrità del gioco.
Senza dubbio, ed è una politica condivisibile, PokerStars prende molto seriamente le minacce ai propri dipendenti.
PokerStars ha rilasciato un commento che è stato pubblicato su PartTime Poker.
"PokerStars interpreta le minacce ai propri dipendenti come una questione molto seria. Una parte del lavoro di routine del nostro processo di indagine è quello di sospendere temporaneamente gli account dei giocatori mentre indaghiamo su questioni che li riguardano. A conclusione delle indagini, i giocatori sono abilitati a ritirare i saldi rimanenti sui loro account".
Con ogni probabilità Mo potrà rientrare in possesso del suo denaro ma c'è il forte rischio di un ban a vita.
Inutile dire che questa vicenda accresce ancor di più la tensione tra PS e i regular high stakes. Il clima è rovente, ma a prescindere da questo contesto non semplice, è molto probabile che la prima room mondiale abbia voluto mandare un messaggio chiaro: in futuro non saranno più tollerate minacce. I duri della tastiera sono avvisati: il mondo di internet e dei social media non è un ambiente privo di responsabilità.