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Ecco perché Playtech deve allearsi con Baazov per acquistare PokerStars: le clausole sul debito (2,6 miliardi)

David Baazov vuol rendere privata PokerStars e svincolarla dalle logiche perverse dei mercati finanziari, acquistando il 100% del capitale di Amaya Gaming, la società che controlla la prima room mondiale. E’ stata questa la prima reazione dei manager di settore (in primis Alex Dreyfus) nel cercare di interpretare la clamorosa mossa da parte del CEO della compagnia canadese.

Ma c'è di più, dietro la manovra di Baazov sembra esserci sempre più ingombrante l'ombra del miliardario israeliano Teddy Sagi, proprietario di Playtech. La software house che controlla il noto network iPoker dispone di quasi 800 milioni di dollari cash, budget che sarà destinato (stando alle dichiarazioni di una settimana fa dei vertici dell'azienda) allo shopping nel 2016.

Perché una compagnia potente (non solo finanziariamente) come Playtech ha bisogno di giocare a nascondino per acquistare PokerStars?

Seguite il nostro ragionamento e presto avrete il quadro molto più chiaro. In queste ore Bloomberg, citando fonti anonime "molto vicine alla vicenda", conferma il coinvolgimento di Playtech nell'affare. Su questo oramai ci sono pochi dubbi. Il primo a lanciare lo scoop fu l’informatissimo Sunday Times. La notizia poi fu confermata ufficiosamente in Canada, da fonti vicino ad Amaya. Silenzio (assenso?) dei protagonisti coinvolti nella vicenda.

C'è però un grosso problema da aggirare ed è per questo motivo che David Baazov è uscito da solo allo scoperto, senza rivelare l’identità degli altri partner coinvolti nella scalata ad Amaya e PokerStars.

Tutto ruota intorno al debito contratto per l'acquisto di Rational Group. Amaya ha dovuto versare 4,9 miliardi di dollari, facendosi finanziare da Wall Street, per convincere gli Scheinberg.

Al momento il debito è pari a 2,6 miliardi di dollari.

In base alle clausole statutarie, a salvaguardia dei creditori, nuovi azionisti non possono detenere più del 35% delle azioni con diritto di voto. Sono esentati da tale obbligo solo David Baazov e gli altri due investitori: BlackRock Financial Management Inc. e GSO Capital Partners.

Nel caso in cui dovessero essere trasgredite queste clausole, i creditori potrebbero impugnare l'offerta ed annullare tutto. Questo è senza dubbio un ostacolo importante alla presentazione dell’OPA da parte dei nuovi investitori.

In estrema sintesi, Playtech e gli altri partner interessati ad Amaya, dovrebbero rinnovare il debito, trattando con Barclays Plc, Deutsche Bank AG e Macquarie Capital.

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Da questo particolare, si comprende per quale motivo David Baazov ha preannunciato - in modo non vincolante - i primi giorni di febbraio un'offerta di pubblico acquisto, senza coinvolgere altri soggetti.

E' molto probabile che l'OPA (offerta pari a 21 dollari canadesi per azione, circa 2,8 miliardi in totale) sarà formalizzata solo dopo una lunga trattativa con Deutsche Bank e soci. C'è anche il problema della multa da 870 milioni di dollari statunitensi decisa da una corte del Kentucky ma questo era un altro ostacolo già noto.

Semmai, la figura come garante di David Baazov sembra fondamentale negli States, considerando i problemi da parte di Teddi Sagi con la giustizia statunitense, per alcune frodi e irregolarità in borsa nel 1996. Un particolare che aveva complicato non poco, l’operazione in Nevada da parte di William Hill nel 2011 per l'autorizzazione ad aprire dei betting shops a Las Vegas, quando ancora il bookmaker era socio di Playtech per la sua divisione online.

Senza dubbio un motivo in più per non uscire allo scoperto in questo momento, considerando che PokerStars tra pochi giorni sarà online in New Jersey con una nuova licenza.

Al momento, l'ipotesi più probabile è che David Baazov, Sagi e gli altri investitori contribuiscano a consolidare il futuro di Amaya-PokerStars, tutti insieme con un azionariato allargato. Ma la storia sembra solo all'inizio. Alla prossima!

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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