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Le 4 possibili ragioni che hanno indotto PokerStars alla rivoluzione live mondiale. L'Italia verso il Festival

Dopo l'annuncio storico della scorsa settimana sulla rivoluzione del live di PokerStars, diversi lettori, utenti ed addetti ai lavori interessati ci hanno chiesto un'opinione sulla difficile scelta di mettere in naftalina l'EPT. Tema complesso, di certo non siamo in grado di giudicare l'operato di professionisti che conoscono il settore alla perfezione, inoltre non abbiamo a disposizione numeri, statistiche sui mercati live e online che verranno coinvolti in questa doppia maxi operazione. Ma abbiamo provato ad individuare in superficie (prendendolo come un semplice gioco) i motivi che potrebbero aver indotto Stars a questo storico raise. Le nostre sono solo ipotesi.

L'European Poker Tour ha dimostrato a Barcellona di essere in salute più che mai con record su record frantumati, ma il paradosso ha voluto che PokerStars annunciasse proprio il Catalogna il pre-pensionamento del circuito europeo, con un inevitabile allargamento dei confini e il lancio di due nuovi circuiti: il PokerStars Championship (che prenderà proprio il posto dell'EPT) e il PokerStars Festival (andrà a sostituire l'IPT).

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Dopo la rivoluzione comunicata quasi 12 mesi fa (autunno del 2015) nell'online, con il taglio dei SNE, arriva questa bomba nucleare di agosto che manda in soffitta uno dei brand più celebri del circuito live, valorizzato per 13 lunghe stagioni. Come mai? Quali sono i motivi di questa scelta?  Proviamo a rispondere con nostre riflessioni, magari sbagliate, ma che analizzano dati oggettivi, senza perdere di vista un aspetto importante di fondo: abbiamo visto in questi anni quanto sia  importante l'innovazione nel poker, pensiamo ad esempio agli Spin.  A volte cambiare all'apice del successo non è sbagliato. E' sempre più difficile farlo rincorrendo i problemi, quando le cose non girano. Ma l'EPT è all'apice del successo e alcuni rischi saranno stati calcolati.

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  • Se guardate bene i numeri delle ultime edizioni, capirete che solo Barcellona, Montecarlo e Praga offrivano delle garanzie di successo all'interno dei confini europei. Sono location che  piacciono ai players sia per ragioni legate all'action che al divertimento extra. Tutte le altre tappe (ad eccezione della prima edizione di Malta), negli ultimi due anni, hanno faticato a produrre risultati soddisfacenti. E PokerStars ha bisogno di numeri forti, visto il nuovo format del Festival, con più di 60 eventi organizzati.Dublino ha presentato dati non eccezionali (605 iscritti al Main) nella stagione numero 12, Deauville lo stesso nell'11esima, così come è stata una mezza delusione Londra (considerando anche l'elevato costo della vita e le difficoltà logistiche).

    Nella season 10 sono state bocciate Sanremo e Vienna (quest'ultima più per ragioni legali).Malta merita invece un discorso a parte: bilancio molto positivo nella prima edizione nella primavera del 2015, ma dopo soli sei mesi, l'affluenza è stata minore.

    La prossima tappa di ottobre farà capire molte cose sull'isola del Mediterraneo che, a livello di organizzazione e facilità negli spostamenti, offre senza dubbio delle garanzie. Potrebbe essere un jolly da usare, magari non tutte le stagioni per il Championship, ma a volte solo per i Festival, in ottica anche italiana.In conclusione,  le uniche tappe europee che hanno registrato successo (Barcellona, Praga, Montecarlo e Malta I) hanno visto una larga partecipazione di giocatori professionisti americani, per questo motivo PokerStars live cerca di avvicinare i confini (Bahamas, Panama) agli States, visto che i Championship punteranno molto anche sugli High Roller (come avviene già in questo momento con il format Festival).

    C'è la necessità, per un circuito di questo livello, di individuare altre location che possano avere lo stesso appeal di Praga, Montecarlo, Bahamas e Barcellona. Per questo PokerStars ha voluto allargare i confini a nostro avviso e creare un circuito mondiale, coinvolgendo Panama (la prima tappa a marzo) e Macao (ad aprile).

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    Portomaso ospiterà la penultima tappa della storia dell'EPT
  • Ragioni marketing. La necessità è quella di coinvolgere il più possibile i pro americani e asiatici. Gli Stati Uniti sono senza dubbio un obiettivo di mercato dichiarato (sarà organizzato il primo PokerStars Festival ad Atlantic City nell'autunno 2016) ma le restrizioni post Black friday, non permettono ad Amaya di poter organizzare live al di fuori dei confini del New Jersey. Il brand però deve rimanere caldo nella memoria per i players statunitensi (in vista dell'apertura di mercati strategici come la California e New York). Da qui la scelta di chiamare i nuovi circuiti PokerStars Championship e PokerStars Festival. Inoltre, guardando i dati degli ultimi 5 anni dell'action del cash game online, con un'offerta orientata soprattutto al pubblico europeo, capirete perché la poker room numero uno al mondo sia interessata a creare alternative ai mercati del Vecchio Continente.
  • Un altro motivo, a nostro modesto parere, è quella di razionalizzare la gestione delle risorse interne e dei brand coinvolti. Troppe sigle (EPT, LAPT, APPT, IPT, UKIPT, FPS etc etc) per circuiti continentali e nazionali. Vi sarà un'unica struttura (PokerStars Live), un'unico sito internet, un'unico canale di comunicazione (unica mail), un solo canale per social network (account Facebook e Twitter).

Italia

Prendendo in considerazione i primi tre motivi, capirete perché per l'Italia ci siano scarsissime speranze di ospitare un Championship nell'immediato futuro. Magari nei prossimi anni, in una location di richiamo mondiale (Venezia?) e non per forza all'interno di un casinò (ma in una struttura adiacente di appoggio, tipo un centro congressi), il circuito mondiale potrebbe fare la sua prima apparizione.

Il poker italiano live scoppia di salute, soprattutto per i  low stakes e il format Festival potrebbe essere l'ideale: tanto divertimento extra poker e action garantita ad amatori e professionisti. Il nuovo circuito di Pokerstars è stato studiato per offrire una sorta di vacanza pokeristica. Non ci resta che aspettare i calendari ufficiali per il 2017 e scoprire le ultime novità.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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