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November Nine 2016

WSOP Main Event, nessun ritorno al passato: “Avanti coi November Nine”

Seth Palansky, Vice President of Corporate Communications della Caesars Interactive Entertainment, chiude le porte ad un ritorno del vecchio format: “Ecco perché per il WSOP Main Event è molto meglio avere i November Nine”.

November Nine, sì o no?

Domani sera scatta il tavolo finale del WSOP Main Event 2016. Tecnicamente non dovremmo definire November Nine i protagonisti, visto che siamo ancora ad ottobre, ma davanti alle Presidenziali più importanti e seguite al mondo – quelle americane, ovviamente – come dire: ubi maior, minor cessat.

Il format dei November Nine, ormai consolidato, non è però mai stato digerito dalla totalità dei giocatori e dei fan, che ciclicamente mettono in dubbio l’efficacia di avere un così ampio ritardo tra la composizione del tavolo finale del Main Event WSOP e il suo effettivo svolgimento.

Qualcuno ha cominciato a ipotizzare un ritorno al passato, visto che l’anno prossimo scade il contratto che lega le WSOP alla ESPN,  l’emittente che produce e trasmette il final table del Main Event delle World Series of Poker.

Dal 2008 ad oggi

Il concetto dei November Nine, creato nel 2008, aveva come scopo anche quello di permettere ai giocatori di sfruttare i mesi estivi per promuovere la propria immagine e, perché no, cercare qualche sponsor.

Una mossa che sicuramente aveva senso 8 anni fa, quando le poker room online facevano a gara a mettere la patch su quanti più giocatori (minimamente) noti possibile, ma come ben sappiamo il Black Friday ha cambiato per sempre il panorama del Texas Hold’em mondiale.

“Tutto è cominciato semplicemente perché sarebbe stato un buon prodotto televisivo”, ha dichiarato Seth Palansky, Vice President of Corporate Communications della Caesars Interactive. “E da quel punto il prodotto è cresciuto diventando molto altro”.

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Seth Palansky: “Indietro non si torna”

Oggi il format dei November Nine è diventato praticamente una creatura a sé, capace di mettere insieme il gioco live con un’audience televisiva importante. Ma non finisce qui, spiega Palansky.

“Tra amici e familiari, probabilmente 1.000 persone arriveranno a Las Vegas da tutto il mondo. Così facendo diventano parte dell’evento. Abbiamo creato un lungo weekend di poker e abbiamo trasformato questa disciplina in uno sport da seguire, per la prima volta. Se giocassimo il giorno dopo la composizione del tavolo finale, nulla di tutto ciò accadrebbe.

Il doppio ritardo cambia le carte in tavola?

Una delle principali critiche dei detrattori dei November Nine riguarda per l’appunto questo lungo ritardo che in qualche modo va a cambiare il flow del gioco. Per Palansky, questo è anzi un valore aggiunto.

“Alcuni si preparano fisicamente: fanno esercizio fisico, seguono una dieta equilibrata, cercano di dormire meglio. Altri invece ingaggiano pro e coach famosi, altri ancora lavorano di statistiche e simulazioni”.

E per quanto riguarda il fatto che i November Nine sono in differita su ESPN con un ritardo di soli 30 minuti? Questo significa che se un giocatore bluffa, gli altri possono saperlo mezzora dopo: “Ognuno ha i suoi metodi”, ha spiegato Palansky, “ma alla fine tutti hanno lo stesso accesso alle stesse informazioni”.

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