Vai al contenuto

Poker online: il TG5 fa confusione

Un momento del servizio del TG5Non è certo una novità, ma ogni volta la rabbia suscitata è la stessa: quando un importante polo d'informazione televisiva generalista - quale è stavolta il TG5 di Mediaset - fa del cattivo giornalismo con il mirino puntato sul poker online, la sensazione è sempre di una forte frustrazione: quella di chi impiega molto del suo tempo per costruire qualcosa che altri rischiano di distruggere in un minuto - 1:37, per la precisione.

Intendiamoci, il servizio della collega Laura Ciarallo - andato in onda stasera nell'edizione delle 20 - parte correttamente, rendendo conto di quanto accaduto negli Stati Uniti tra il Dipartimento di Giustizia e le poker rooms Full Tilt, PokerStars.com e Absolute Poker. Senza peraltro nominare le tre aziende - definite le prime tre in ordine di importanza mondiale - il servizio si snoda in maniera abbastanza agile su un terreno vischioso come quello dell'inchiesta tuttora in corso in USA.

Il problema è che dopo aver riassunto quanto accaduto in USA, la Ciarallo esegue dunque un ardito volo transoceanico per operare un paragone con la realtà italiana. Fino a quando si parla di cifre ci staremmo ancora, con stime e previsioni sul business futuro del poker online italiano (che si precisa essere regolarmente licenziato dai Monopoli di Stato, ndr), ma quando la Ciarallo prova ad addentrarsi nel merito delle tipologie di gioco sono dolori... per la verità.

"Fino a ieri si partecipava ai tornei in rete iscrivendosi con una scommessa massima di 100€, oggi la quota d'iscrizione è salita in alcuni casi fino a 250€ ma presto - con l'arrivo di una nuova formula che si chiama cash game - le scommesse potranno arrivare anche a 1.000€ al giorno, innescando un meccanismo perverso e pericoloso". Queste le testuali parole con le quali si conclude il servizio, presumibilmente visto da qualche milione di telespettatori in tutta Italia.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

A farci indignare, ancora una volta, sono l'equiparazione di modalità di gioco totalmente diverse, e soprattutto quel solito moralismo di fondo, sempre colpevolmente miope: i pericoli di ludopatie sono reali, e questo non è un concetto in discussione nè qualcuno di noi cerca di negarlo. Ma avanzare questo genere di pericoli di fronte all'unico gioco - fra tutti quelli consentiti dallo Stato Italiano - che necessita dell'uso del cervello come mezzo essenziale per conseguire un guadagno costante, è qualcosa che lascia sempre un velo di tristezza in noi addetti ai lavori.

Domenico 'Stee Catsy' Gioffrè

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI