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Alex Fitzgerald: “Il talento è un mito, chiunque può diventare pro”

L’anno scorso, di questi tempi, avevamo avuto il piacere di intervistare Alex Fitzgerald, professionista statunitense di MTT ma soprattutto apprezzatisimo coach. “Assassinato” aveva distribuito molti consigli preziosi, che in parte ha riportato nel suo libro sul poker di prossima uscita, “The Myth of Poker Talent: Why Anyone Can be a Great Player”. Nel corso di una lunga intervista per CalvinAyre.com Alex ha spiegato il significato dietro a questo titolo, offrendo con la consueta profondità di analisi degli spunti molto interessanti per qualsiasi appassionato di poker.

“Mi ha sempre infastidito che non ci fossero molti giocatori professionisti provenienti dalla classe operaia“, ha dichiarato. “Quando avevo 15 anni la mia famiglia viveva con i sussidi statali. Mio padre era un pescatore, il mio patrigno lavorava l’acciaio in fabbrica. Prima del poker ho avuto tanti lavori. Sono stato pescatore commerciale, impiegato da Arby’s, paesaggista e infine guardia giurata. Sono contento di aver svolto tutte queste professioni”.

Il suo background è ben differente da quello che accomuna la maggior parte dei professionisti americani. Solitamente conoscono il poker durante il college, iniziano a vincere e mollano tutto per inseguire il sogno. Per Alex Fitzgerald la strada è stata molto più tortuosa, ma gli ha insegnato una lezione fondamentale: chiunque può farcela nel poker. Purché sia onesto con se stesso, sia realista e lavori duramente.

Anche Alex "Assassinato" Fitzgerald al Day 2
Anche Alex “Assassinato” Fitzgerald al Day 2

“La maggior parte dei giocatori si pone i modelli sbagliati. Non possiamo credere di poter diventare bravi come Michael Jordan nel basket, e nel poker il discorso vale, ad esempio, per Phil Ivey. Lui può permettersi di essere pigro, perché è Phil Ivey. Noi non possiamo perché non siamo abbastanza bravi“.

Questa concezione è una costante della filosofia di “Assassinato”: se non si ha talento, bisogna accettarlo e adottare un approccio differente. “Noi comuni mortali dobbiamo lavorare duramente e impegnarci a più non posso. Non puoi più essere pigro oggi, non è più come una volta. Questo libro l’ho scritto per la classe operaia. Il ragazzo medio. Io sono quello che non ha fatto un soldo per tre anni. Nel quarto anno ne ho fatti abbastanza da potermi permettere un piccolo appartamento e questo mi ha permesso di giocare professionalmente. Dal quinto anno ho vinto ancora più soldi. Ma da quando ho 18 anni lavoro 60 ore a settimana. Devi fare questo nel poker al giorno d’oggi”.

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Un discorso molto pragmatico, che non poteva che essere accompagnato da numeri reali e precisi sulla carriera da poker pro. Da sempre Alex Fitzgerald critica l’interpretazione più comune nel mondo del poker, ovvero quella delle vincite lorde. Parlando schiettamente, fa un ragionamento interessante su quali siano le reali aspettative di un giocatore che vuole buttarsi nel mondo del professionismo oggi.

“Io dico che il salario medio nel poker è tra i 30.000 e i 35.000$. Cerco sempre di convincere le persone a trasferirsi in paesi dove guadagnare 20.000$ vuol dire avere una piccola fortuna. Quando sento qualcuno dire che vorrebbe guadagnare 100.000$ all’anno, rido. Guadagni 20$ all’ora giocando a cash game. Fare i soldi veri significa guadagnare 30.000$ mentre vivi in Thailandia o in Costa Rica“.

Il libro di Alex Fitzgerald “The Myth of Poker Talent: Why Anyone Can be a Great Player” sarà disponibile nelle prossime settimane su Amazon. Tratterà di strategia sugli MTT ma anche di tutti quegli aspetti che, pur essendo esterni al gioco in sé, sono fondamentali per trasformare questo gioco in una professione. Un titolo imperdibile per qualsiasi aspirante poker pro.

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