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Greg Raymer ed un push al flop alle WSOP 2010

Nel poker, si sa: possiamo giocare una mano perfettamente eppure perderla. E questa è una lezione dura da imparare soprattutto per i principianti che tendono ad essere result oriented.

I giocatori professionisti sono invece più interessati al partire da favoriti quando metteno tutte le chips nel piatto, come ci dimostra Greg Raymer in questa mano giocata al Main Event delle WSOP 2010 ospitate dal Rio Hotel di Las Vegas.

Con bui 50/100, un player da early rilancia di 300 e Raymer fa call con k q da middle position. L’oppo da small blind 3-betta fino a 1.000 e sia Greg che l’original raiser aggiungono al piatto le chips che servono.

Il flop è k 10 2 e Raymer hitta la top pair ed il second-nut flush draw. L’avversario dal piccolo buio opta per un check e l’altro ragazzo punta invece 1.500. Greg decide di chiamare mentre lo small blind check-raisa fino a 5.000 facendo foldare l’original raiser: “Avendo 3-bettato pre-flop da fuori posizione, sicuramente aveva qualcosa di buono” racconta Raymer, che nel 2004 ha trionfato proprio nello stesso torneo. “Dopo che ha checkato-raisato il flop, ero pressochè certo che avesse due Assi. I nostri stack erano di circa 30.000 e io lo coprivo per qualche migliaio di chips in più. Se shovavo potevo rappresentare il set, e se lui aveva davvero AA poteva decidere di non prendersi il rischio di uscire al primo livello del Main Event. Mi sembrava un tipo abbastanza riflessivo.”

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“Se comunque faceva call con i pocket aces” continua 'The Fossilman', “avevo 14 outs per la vittoria”. Raymer affonda dunque il colpo e l’altro chiama girando una coppia di 10 per il tris floppato. Il turn è un 8 e il river un 5 e Greg rimane in vita ma davvero molto short.

“Non pensavo che potesse avere quelle carte” conclude Raymer. “Innanzitutto, c’era un 10 sul board. Ora, ci sono tre modi i cui può avere i pocket tens, 6 per AA e 6 per KK. Queste ultime due mani erano quindi statisticamente più probabili. In secondo luogo, senza qualcuno che abbia una mano come quella che avevo io, il suo check-raise al flop faceva foldare tutti. Ma come si dice: that’s poker. A volte, qualcuno prende le peggiori decisioni al tavolo e riesce a vincere mentre qualcun altro fa la mossa corretta e finisce col perdere.”

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