Negli Stati Uniti le elezioni presidenziali incombono e la riapertura del mercato dell’online sembra sempre più una chimera: dopo l’ultima presa di posizione dei Democratici, l’unica cosa certa per i siti di gambling sarà l’applicazione della normativa federale UIGEA. Su tutto il resto cala un silenzio che non promette nulla di buono per l’industria dell’e-gaming a stelle e strisce.
Una settimana fa, il partito Repubblicano ha dichiarato guerra al poker online e al gioco d’azzardo su internet, presentando nella Convention di Tampa, le linee programmatiche sulla futura azione di Governo, in caso di vittoria da parte del suo candidato Mitt Romney.
Sull’altra sponda del fiume non giungono notizie positive: il partito Democratico, in vista della corsa di Barack Obama alla Casa Bianca per il secondo mandato consecutivo, non ha previsto nel programma politico per i prossimi quattro anni, alcuna legge sulla regolamentazione del gioco telematico.
In poche parole, il presidente Obama e i suoi più stretti collaboratori (appoggiati dalla base del partito), non hanno alcuna intenzione di sfiorare l’argomento, a dir poco “scottante” dinanzi alla “bacchettona” opinione pubblica americana. Uno dei tanti paradossi in quella che è considerata la terra delle libertà e la patria del texas hold’em.
Il documento di 70 pagine è “un piano dei Democratici per l’America per i prossimi quattro anni ed oltre”. Nessuna menzione per il poker. Ed è una mossa politica che accontenta anche la corrente minoritaria del partito sul tema, capeggiata dal Senatore del Nevada Harry Reid, che di fatto acconsente alla regolamentazione in corso nel suo stato d'origine, con il rilascio di nuove licenze.
Come noto, i casinò di Las Vegas da due anni a questa parte vogliono una nuova legge e sono i principali sponsor di Reid. Per questo motivo a loro verrà comunque dato uno “zuccherino” per una sconfitta meno amara: potranno pur sempre offrire poker sul web a tutti i residenti dello stato, senza interferenze del Governo Federale, in caso di vittoria di Obama.
I Repubblicani invece hanno chiesto a gran voce al Dipartimento di Giustizia una modifica dell’interpretazione del Wire Act che, in caso di accoglimento, bloccherebbe qualsiasi tipo di processo di legalizzazione del gioco sul web, in tutti gli stati interessati a questo nuovo business (Nevada, New Jersey, California e Iowa).
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