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Il Decreto Rilancio diventa legge: la tassazione rimane allo 0,50% nelle scommesse. Necessaria soluzione per l’Exchange

Come purtroppo avevamo previsto non vi è stato alcun emendamento – in sede di approvazione in Parlamento – della super tassa sulle scommesse dello 0,50% sulla raccolta: il Decreto Rilancio, in vigore dal 20 maggio, è stato convertito in Legge in Senato.

Nessuna modifica è stata presa in considerazione né la scorsa settimana alla Camera, né oggi nell’aula più “nobile” del Parlamento.

Il Governo ha posto la fiducia sul testo (senza alcuna modifica) e pertanto rimane il contributo al fondo Salva Sport pari allo 0,50% della raccolta da “scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere”. Il Cap massimo sarà di 40 milioni di euro nel 2020 e 50 milioni nel 2021.

Rimane il grosso interrogativo per il Betting Exchange: al momento Betfair e le altre piattaforme pagano le tasse anche in questa modalità di scommessa (scambio delle bets tra utenti con il sito che trattiene una commissione, in media il 5% sulle vincite) dal 20 maggio.

C’è però la nota incompatibilità della tassazione sulla raccolta (e non sul profitto) nell’Exchange che presenta sempre volumi molto alti ma margini strettissimi.

Uno studio del Sole 24 Ore aveva dimostrato che le piattaforme di Exchange avrebbero pagato circa il 110% dei profitti, di fatto andando in negativo con la tassazione attuale dello 0,50% più quella del 24% sul profit.

In questo caso l’eccessivo carico fiscale pone l’attuale sistema impositivo calcolato sulla raccolta incompatibile con i principi democratici di equità fiscale. Di fatto le società che gestiscono questo gioco sono discriminate.

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Le strade sono tre: da una parte il Ministero delle Finanze potrebbe riconoscere l’incompatibilità tecnica di questa tassa con l’Exchange e la soluzione potrebbe essere trovata sotto il profilo amministrativo (e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli potrebbe avere un ruolo attivo, si spera), con una interpretazione autentica della Agenzia delle Entrate o del Ministero stesso.

Dall’altra, con una abrogazione parziale ad hoc (attraverso una norma successiva) al Decreto appena convertito in legge. La modifica potrebbe essere inserito in un futuro decreto. Ma perché non l’hanno fatto in sede di conversione?

La terza strada riguarda un eventuale ricorso giudiziale.

Si confida in una soluzione per evitare che l’Exchange sia vessato da una eccessiva pressione fiscale.

Considerando anche l’esperienza giuridica e fiscale degli altri paesi, la tassazione sui volumi riporta l’Italia nel medioevo dal punto di vista della disciplina del settore delle scommesse e rende il nostro mercato meno attrattivo per gli operatori, favorendo la concorrenza dei .com e del mercato illegale.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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