Il fallimento della room francese EuroPoker (in liquidazione dal 2014) fa ancora rumore. In questi giorni centinaia di players transalpini hanno prodotto le prove dei saldi a credito al tribunale fallimentare di Bobigny.
EuroPoker è di proprietà del gruppo EPMedia ed è collassata nell'ottobre del 2014, a seguito della migrazione da Ongame a iPoker. La già fragile liquidità della room ha subito un durissimo colpo con il cambio di network (storicamente è un'operazione molto delicata che comporta in genere una diminuzione dei traffico almeno nel breve periodo).
Stiamo seguendo la vicenda con grande attenzione ed interesse perché sta per essere messo a dura prova uno dei sistemi - che sulla carta - dovrebbe dare maggiori garanzie in assoluto. La normativa francese infatti prevede anche l'istituzione di trust a protezione dei fondi dei clienti. Una misura però tardiva rispetto alla crisi finanziaria della room in questione.
Siamo nel pieno della fase giudiziale e le cose però non sembrano procedere come sperato.
Il primo problema riguarda la documentazione prodotta dalla società che mostra i saldi dei conti gioco ben differenti rispetto alle rivendicazioni dei clienti.
C'è insomma una discrepanza tra quanto dichiarato dalla poker room rispetto alle prove prodotte dai players.
L'altro problema riguarda i bonus e benefit VIP che non sono stati contabilizzati nei saldi esigibili: di fatto quindi non vengono più rispettati (da parte della società) i termini e le condizioni delle promozioni. I giocatori addirittura sostengono che sia stato modificato tutto in corso d'opera, seguendo quindi una procedura arbitraria e illegittima da parte di EuroPoker.
Il problema più grosso - a nostro avviso - però riguarda il concorso con gli altri creditori. I players non vantano alcun credito privilegiato e dovranno dare la precedenza (come creditori ordinari) ad altre categorie (per esempio dipendenti). Per la liquidazione della parte attiva di EuroPoker c'è la fila.
Il giudice dovrà esprimersi entro il 15 maggio e c'è grande attesa per il “responso”, visto che è in ballo la credibilità di uno dei mercati regolamentati ritenuto tra i più protettivi e conservativi.
Questa vicenda testimonia ancor di più l’esigenza di un lavoro più profondo da parte della autorità che regolamentano il mercato. Purtroppo i Governi vedono nel gioco online solo un sistema per incrementare le entrate fiscali, ma non hanno ancora dimostrato sul campo di avere a cuore gli interessi di coloro che alla fine permettono tutto ciò, i giocatori.
Evidentemente sono servite a poco le vicende legate ai disastri finanziari di Absolute Poker, UB.com, Full Tilt (rimediata solo in parte dalle autorità statunitensi), Everleaf, LockPoker e tanti altri... Al tribunale di Bobigny non ci sono in gioco solo gli interessi dei creditori di EuroPoker…