Full Tilt Poker tornerà in futuro negli States. Bernard Tapie non solo è riuscito ad ottenere un accordo favorevole con il Dipartimento di Giustizia (DoJ) statunitense ma ha ottenuto anche la garanzia – contro ogni più rosea previsione – di poter rientrare dalla porta principale del mercato americano, una volta che sarà regolamentato a livello federale.
Nessuno, neanche tra i più attenti osservatori, prevedeva uno sviluppo del genere ed invece il magnate francese è riuscito a sconfiggere anche la potente lobby di Las Vegas che avrebbe voluto campo libero nell'online a stelle e strisce.
Si tratta di una garanzia per il futuro business della red room che al momento del crack contava 4 milioni di clienti, la metà residenti negli USA. L’avvocato di Full Tilt Poker, Jeff Ifrah ha rivelato che la “Santa alleanza” sottoscritta tra Tapie ed i procuratori federali “potrebbe essere un bene per il poker mondiale”, forse la concorrenza non sarà dello stesso avviso del noto avvocato di Washington…
L’accordo consente ai nuovi azionisti di Full Tilt Poker di richiedere una licenza se l’online sarà regolamentato in futuro. Al momento però il sito irlandese non è più operativo negli USA dal 15 aprile ed ha sottoscritto una precedente intesa con il DoJ per non accettare più gioco dagli utenti americani.
Per questo motivo Bernard Tapie sta concentrando i suoi sforzi lontano dagli States: fonti di Assopoker assicurano che l’avvocato Ifrah raggiungerà nelle prossime ore Parigi per iniziare a pianificare le operazioni di cash out per i giocatori europei, canadesi ed asiatici.
“L’accordo che è stato raggiunto – afferma Ifrah - tra i nuovi investitori ed il Dipartimento di Giustizia, aprirà la strada ai giocatori per il rimborso e rilancerà Full Tilt. Questa nuova sinergia è senza dubbio un bene per il poker e positiva per l’intera industria ed i players. Grazie a questo documento Full Tilt Poker potrà rientrare in futuro negli States”.
Al momento Laurent Tapie (il futuro Ceo del gruppo) sta lavorando per riacquisire una licenza con l’Alderney Gaming Control Commission (AGCC). L’ente regolatore dell’isola britannica si è detto disposto a trattare con i nuovi azionisti.
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