Caesars Entertainment Corp, la multinazionale di Las Vegas proprietaria delle World Series e di 52 casinò resort, sta registrando una crisi finanziaria molto preoccupante, a tal punto che l’agenzia Fitch Ratings ha rivisto l'outlook da stabile a negativo (seppur il rating sia rimasto invariato).
Le vicende del gruppo guidato da Gary Loverman, potrebbero - nei prossimi mesi – condizionare le vicende delle WSOP, per le quali si prospetta un’operazione di spinoff (scorporo) o di vendita.
I primi segnali inquietanti arrivano dal Nasdaq di New York: nelle ultime 52 settimane il titolo da un valore di scambio di 17,90$ per azione è sprofondato a 6,87$, dopo aver registrato un picco negativo di 6,38$. Anche nella giornata di oggi le quotazioni subiscono un ribasso dell'1.72%, dopo aver vissuto un inizio settembre da incubo (ha perso il 10% nella prima settimana).
Nell'ultimo trimestre, Caesars ha riportato perdite pari a 241,7 milioni di dollari, a causa della forte concorrenza registrata nel mercato interno statunitense dei casinò resort, in particolare a Las Vegas ed Atlantic City.
L'ultima relazione trimestrale non ha convinto gli analisti che nutrono seri dubbi sulle capacità della multinazionale di poter far fronte ai propri obblighi finanziari nel lungo termine: il debito sfiora quota record di 20 miliardi di dollari (per la precisione 19,9 miliardi).
L'agenzia di rating Fitch ha stimato che gli azionisti di Caesars dovranno mettere in conto che la società brucerà 450 milioni nel 2013 e 600 milioni nel 2014 (a causa soprattutto degli elevati interessi passivi).
Per questo motivo, con ogni probabilità la multinazionale dovrà ristrutturare il proprio debito e "scorporare" le World Series dalle attività del gruppo (ma c’è chi ipotizza una vendita imminente).
Gli analisti sono convinti che Caesars abbia la liquidità necessaria per onorare le scadenze nel breve termine, inoltre i principali azionisti offrono ampie garanzie per futuri cospicui aumenti di capitale. Ma fino a che punto gli investitori del gruppo del Nevada sono disposti a sostenere questo peso finanziario?
Caesars paga la forte concorrenza registrata a Las Vegas e nel Nord America (seppur i dati di mercato sono in netta ripresa) e soprattutto per alcune scelte strategiche che non si sono rivelate vincenti: ha pesato il fatto di non aver diversificato ed investito in passato in Asia (Macao), come hanno fatto i principali concorrenti (Las Vegas Sands e Wynn Resort International).
Caesars ha voluto puntare forte su Las Vegas ed anche i recenti investimenti non convincono gli analisti: la società guidata da Gary Loverman ha stanziato 550 milioni per la costruzione di "Linq Plaza", nuovo quartiere che sta per essere realizzato in prossimità della Strip. Un'area pedonale (dedicata allo shopping, alla ristorazione e all'intrattenimento) che sorgerà tra i casinò Flamingo e Palazzo, con una ruota panoramica, candidata ad essere uno dei simboli di Vegas per i prossimi anni. Per gli analisti però sarà solo una spesa ulteriore con benefici limitati nell'incremento dei ricavi lordi.
Per questo motivo l'unica via di uscita (secondo l'agenzia Fitch) sarebbe una ristrutturazione del debito ed in parallelo, un'operazione di scorporo delle World Series of Poker e di Caesars Interactive, per monetizzare al massimo il business derivante dal poker e dall'online.
Non è un caso che Caesars stia spingendo per una legge federale negli Stati Uniti, ma il compito per l’amico senatore Harry Reid si prospetta tutt’altro che facile.