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Players USA devono pagare tasse dall’estero; le spese deducibili

tasse-pokerNegli USA i giocatori professionisti devono dichiarare i propri guadagni all’agenzia delle entrate federale (IRS) e, nella  maggior parte dei casi, anche allo stato di residenza. C’è però tutta una serie di costi detraibili da prendere in  esame. E’ interessante conoscere la normativa americana per capire come potrebbe essere, in futuro, regolamentato il rapporto incerto dei players italiani con il fisco. Al momento non vi è una legge chiara e non vi sono certezze granitiche nonostante le richieste dei pro.

Dopo il black friday si è assistito negli States ad una “diaspora” dei grinders che hanno deciso di trasferirsi all’estero, per lo più in Canada, Messico, Costa Rica, Gran Bretagna e Malta. In questo modo possono continuare a giocare e guadagnarsi da vivere su internet. 

Sotto il profilo fiscale però cambia poco, almeno nei confronti della temibile IRS. A fare chiarezza sull’argomento è l'autorevole avvocato fiscalista newyorkese Brad Polizzano, associato allo studio Karen J. Tenenbaum:

“Il sistema di imposta sul reddito negli Stati Uniti è ‘mondiale’: i residenti americani devono denunciare i redditi  percepiti in qualsiasi parte del pianeta. Le vincite provenienti dal gioco d’azzardo online non fanno eccezione a questa regola”. 

I professionisti però hanno l’opportunità di dedurre “fino a 92.200$ del reddito percepito all’estero”. Non è la stessa cosa per i gamblers dilettanti che non hanno questa possibilità.

Per Polizzano i giocatori professionisti di poker devono essere classificati come “lavoratori autonomi e i loro guadagni vanno trattati come profitti aziendali”.

Ci sono due strade “tecniche” per sfruttare l’opportunità della detraibilità delle spese: comunicazione del domicilio fiscale all’estero o dichiarazione in buona fede della residenza in un paese straniero. Nell’arco dei dodici mesi però il giocatore deve vivere per 330 giorni nella location dichiarata.

Vi sono poi obblighi valutari: il cittadino statunitense che dispone più di 10.000$ (in qualsiasi periodo dell’anno) su conti bancari fuori dai confini nazionali, deve dichiararlo al Dipartimento del Tesoro. “Se non lo fa rischia forti multe e una confisca fino al 50% sulle somme eccedenti i 100.000$”. Per Polizzano però “i conti gioco non rientrano nella categoria dei conti correnti bancari”.

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L’avvocato spiega quali sono le voci che possono essere portate in detrazione nell’attività del giocatore di poker: “spese professionali sostenute in relazione all’attività di gioco d’azzardo ai sensi della sezione 162 A del codice fiscale”. In particolare possono essere “scaricati” i costi “ordinari e necessari”

tasse-poker-usaIn merito ci sono dei precedenti autorevoli e la Corte Federale ha riconosciuto ad un giocatore professionista, la detrazione delle perdite certificate dall’attività di gioco (per esempio buy-in tornei) nell’anno fiscale 2001 ma anche delle spese professionali sostenute (soggiorni, viaggi etc.).

Il legale entra nel dettaglio sui costi deducibili: “viaggio in aereo, treno e bus dal domicilio fiscale al luogo di destinazione (per esempio location del torneo, ndr). Taxi dall’aeroporto al casinò o hotel. Vitto e alloggio se la trasferta dura più di un giorno”.

I costi però sono valutati secondo un criterio di ragionevolezza da parte dell’IRS: “nessuna spesa ricca o stravagante può essere detratta. Una cena in un raffinato hotel di Las Vegas per 500$ non potrà essere presa in considerazione”. 

Possono essere però scaricate fino al 50% delle spese di rappresentanza: ad esempio una cena (“senza costi esorbitanti”) organizzata con un agente, un supporter per un torneo oppure un potenziale sponsor, lontano però dal domicilio fiscale dichiarato.

Addirittura i giocatori possono dedurre spese per l’utilizzo aziendale della casa: “affitto, interessi del mutuo, spese per la connessione a internet”. La IRS ha pubblicato un documento che elenca questa casistica. Il luogo deve essere usato “in modo esclusivo e regolare” per l’attività di grinding online. “Ci sono dei limiti e delle avvertenze per l’home office”. Naturalmente rientrano anche “le spese di un eventuale ufficio separato dalla casa: l’importante è che non venga utilizzato anche per altri scopi”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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