La Corte di Cassazione ha dato ragione al circolo ‘Double Up’ di Palermo, respingendo il ricorso dei pubblici ministeri siciliani che avevano impugnato una precedente ordinanza di dissequestro del Tribunale della Libertà.
Si tratta di una clamorosa indiscrezione raccolta dalla redazione di Assopoker visto che, negli ultimi tre anni, i giudici di legittimità non si erano mai espressi su una simile e delicata questione, alla luce delle recenti novità legali.
E' un precedente importante per tutto il movimento del poker live, in attesa della pubblicazione del bando di gara per l’assegnazione delle tanto sospirate licenze AAMS.
La decisione della Cassazione potrebbe influenzare gli scenari futuri del settore. Bisognerà però attendere la pubblicazione delle motivazioni, prima di azzardare conclusioni premature.
Riavvolgiamo il nastro della complicata vicenda seguita da Assopoker in questi mesi. Negli ultimi giorni del 2010, la Guardia di Finanza aveva compiuto un blitz all’interno del noto circolo siciliano (che vanta circa 500 iscritti) durante un torneo di texas hold’em da 30 euro di buy-in. Erano state segnalate 41 persone all’autorità giudiziaria e posto sotto custodia il locale.
L’avvocato difensore Claudio Gallina Montana aveva presentato un’immediata istanza di dissequestro ma il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale palermitano aveva respinto tale richiesta.
Il legale allora si era rivolto al Tribunale della Libertà del capoluogo siciliano, ottenendo un’ordinanza favorevole nel mese di gennaio. I giudici avevano motivato la decisione sostenendo che sotto il profilo giuridico “nel poker in modalità torneo, l’abilità dei contendenti è un fattore determinante rispetto all’alea”.
Inoltre il legale era riuscito a convincere i magistrati della liceità dell’attività in virtù del fatto che nell’online, il texas hold’em è considerato uno skill game: “Non può esserci differenza tra live e online. Un gioco ritenuto lecito su internet non può essere d’azzardo dal vivo. Possono esserci difformità al massimo sotto il profilo tributario ma non penale” ha spiegato l’avvocato.
La Procura siciliana aveva presentato ricorso alla Corte di Cassazione, impugnando l’ordinanza di dissequestro emessa dal Tribunale delle Libertà di Palermo. I giudici romani però hanno respinto il ricorso, dando ragione al circolo siciliano.
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