Il texas hold’em dal vivo coinvolge milioni di persone ed è oramai un fenomeno che non si può trascurare: esistono le leggi, ma non i regolamenti attuativi e da più di quattro anni si vive in una paradossale incertezza. Questa fase di stallo sta provocando problemi di ordine pubblico da non trascurare. Ma quanti sono gli appassionati? Quanto si gioca in Italia nel circuito non ufficiale?
Domenico Tresa, presidente di Italian Rounders, in un’intervista esclusiva ad Assopoker di gennaio, aveva fatto due rapidi calcoli: “Noi abbiamo fatto delle stime: al momento vi è una raccolta di 20 milioni di euro mensili, calcolando solo le attività evidenti (ad esempio prendendo in considerazione i circoli che fanno pubblicità degli eventi). Diciamo che all’anno vengono giocati circa 250 milioni di euro l’anno nei tornei, senza prendere in considerazione altre attività vietate come il cash”.
Sulla stessa linea l’agenzia di stampa Agipronews che in occasione della Fiera Enada ha pubblicato numeri interessanti: sarebbero circa 2 milioni gli italiani che giocano in circa 600 circoli in tutta Italia, per un giro d’affari di 250 milioni di euro annui.
La maggior parte dei poker club si concentra in Puglia, Lombardia, Campania e Lazio, in particolare a Roma.
In base alle stime pubblicate da Agipronews, solo gli eventi pubblicizzati sui social network come Facebook, coinvolgono 30mila giocatori al mese, per circa 5 milioni di euro. I circoli presenti online sono un quarto di quelli esistenti, pertanto la proiezione sarebbe di 20 milioni mensili, più o meno 250 milioni annui. Il potenziale del settore è impressionante in vista di una futura regolamentazione.
Nel momento del boom del texas hold’em sportivo, vi erano quasi 2.000 circoli attivi. La stretta del 2008, con la Legge Comunitaria, ha costretto alla chiusura quasi due/terzi del movimento. Negli ultimi anni, con il clima di incertezza e con diverse sentenze favorevoli da parte della giurisprudenza, si è registrata la riapertura di un centinaio di associazioni.
Il Ministero dell’Economia, nel 2011 a seguito della legge di Stabilità, aveva stimato per l’Erario giocate nel primo anno di attività per un miliardo di euro, con l’attivazione di 500 sale autorizzate da AAMS. L’Erario avrebbe beneficiato di circa 30 milioni (il prelievo previsto è del 3% sulle quote di iscrizione) per quanto concerne la tassazione sul “giocato”, più altri 50 milioni derivanti dall’incasso dell’assegnazione delle concessioni (che partono da una base d’asta di 100.000 euro). Nel caso di attivazione della rete, è prevista la creazione di circa 15mila/18mila posti di lavoro.