Le riflessioni sul progetto di liquidità condivisa con la Francia sembrano aver rimescolato le carte nello scacchiere dell'e-gaming internazionale. Il progetto per un poker online più europeo sta prendendo corpo, ma con regole che - molto probabilmente - non saranno quelle che i francesi volevano imporre (nessuno le accetterebbe). A novembre i rappresentanti dei Monopoli si incontreranno con altri 6 enti regolatori.
Dopo la riunione fiume di Parigi, quando - secondo nostre fonti - i francesi avrebbero convinto (in linea di massima) Italia e Portogallo ad aderire ad un'unica piattaforma per il poker online, a novembre gli enti regolatori si incontreranno di nuovo (località ancora sconosciuta) per approfondire il tema, segno evidente che vi sia un forte interesse a rilanciare il poker online nel continente ed anche nel nostro paese. E questo è senza dubbio un merito da parte dei Monopoli italiani e della nuova responsabile dell'online Daria Petralia che sembra aver dato una scossa ad un tema dormiente da troppi anni. Questa è la strada che può rilanciare il cash game, ma portare anche nuovi giocatori nei tournaments.
In questo Articolo:
Nostra posizione: si alla liquidità, scettici su certe condizioni
Facciamo una premessa visto che i nostri articoli sono stati in questi giorni, ripresi dai media internazionali, in particolare in Spagna e negli Stati Uniti. Come detto, noi di Assopoker non siamo mai stati contrari al progetto di liquidità condivisa, semmai dei ferventi sostenitori dell'idea.
Siamo scettici solo sulle condizioni imposte dai francesi (tassazione senza alcuna logica). Ma le carte sembrano essere state rimescolate in queste settimane, gli enti regolatori europei sono in fase di riflessione. Logico che la maggior parte aderirà ad una liquidità europea regolamentata solo con norme idonee e funzionali ad un progetto sostenibile, non certo quello voluto da Parigi. Il modello francese non può essere considerato tale, pur presentando anch'esso aspetti molto positivi (ad esempio l'apertura a tutti i residenti europei) ma altri negativi (prelievo erariale sul turnover e non sul profit).
Meeting a novembre con Gran Bretagna e Germania
Ma veniamo alla notizia del giorno: secondo indiscrezioni raccolte dal settimanale La Scommessa TS, a novembre gli enti regolatori di Italia, Francia, Spagna, Austria, Portogallo, Regno Unito e Germania si incontreranno di nuovo per approfondire il tema. E l'allargamento della discussione a super potenze come Gran Bretagna e Germania, potrebbe avere un significato politico profondo. Si prospettano scenari sempre più interessanti?
Alla fine Italia e Francia potrebbero creare - in una prima fase - un mercato comune e - in seconda battuta - accordarsi con il Regno Unito per un accesso alla rete internazionale. Sarebbe nell'interesse di tutti, in primis dei giocatori. Ma il condizionale è d'obbligo ed è necessario fin da ora pensare a delle regole compatibili anche con il modello britannico, senza dubbio più performante e sostenibile di quello transalpino.
Francia: sistema aperto ai residenti europei
In tutti i casi, l'accordo con la Francia, almeno per i tornei (che hanno una tassazione più favorevole rispetto al cash game), può prospettarsi interessante visto che sulle piattaforme francesi possono giocare tutti i players residenti in Europa nei mercati non regolamentati ed in possesso di un conto corrente bancario a Parigi e dintorni. Per questo motivo , la presenza della Germania è da ritenersi non secondaria. Potrebbe essere posta la prima pietra per la costruzione di un mercato internazionale europeo comune.
Prossimo summit
Ecco un estratto del lungo ed interessante articolo di TS sulla liquidità: "Italia, Francia, Spagna, Austria, Portogallo, Regno Unito e Germania si erano già incontrate a Parigi a metà settembre, e al termine della riunione avevano deciso di tornare a vedersi nei primi mesi del prossimo anno. Adesso invece spingono sull’ acceleratore, e si incontreranno già il mese prossimo, dopo che il Senato francese una decina di giorni fa ha dato il via libera definitivo a una legge sulla liquidità condivisa. Le trattative però sono ancora a una fase preliminare: l’incontro di novembre –secondo quanto apprende La Scommessa TS da fonti istituzionali – servirà soprattutto a capire quali sono gli Stati veramente interessati, poi si potrà discutere dei problemi concreti. Intanto però un modello di liquidità internazionale, in Europa, c’è già, e si potrebbe dire che il fulcro del sistema sia la Gran Bretagna...".
Portogallo, Spagna e Austria...
A novembre quindi Italia e Francia chiederanno agli altri paesi il loro reale interesse al progetto, poi si discuterà di nuovo sui problemi relativi a tassazione etc. Il Portogallo ha già detto si, la Spagna dovrà modificare una legge esistente e dovrà passare dal vaglio del Parlamento, ma al momento a Madrid non c'è neanche un governo stabile.
Logico che nessun paese accetterà la tassazione francese nel cash game. Questo tipo di progetto comune andrà avanti, alle condizioni volute dall'Arjel, solo nei tornei (2% sul buy-in, in Italia fino a pochi mesi fa era il 3%). Nel cash, i transalpini dovranno fare un deciso passo indietro. Prendete l'Austria: sta mettendo in atto - sotto la regia di Playtech - una liquidità condivisa con la Finlandia ma a condizioni anni luce differenti rispetto a quelle proposte dai francesi.