Il Governo Renzi sta preparando una manovra da 30 miliardi di euro che dovrà essere messa nero su bianco, con l’emanazione della Legge di Stabilità entro fine anno. All’appello però mancano ancora circa 4 miliardi, coperture da destinare agli sgravi fiscali per le imprese che assumono. A Palazzo Chigi preparano inoltre un doppio taglio all’Irap che dovrebbe far respirare le aziende per 6,3 miliardi.
Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sta pensando di recuperare il gettito mancante, con la possibilità di aumentare fino a 5 punti il PREU (prelievo erariale unico) su new slot e VLT. Previsti, con questa mossa, almeno 3 miliardi. Allo studio però anche l'abbassamento del payout. Il Ministero avrebbe già consultato i vertici dell’Agenzie delle Dogane e dei Monopoli (ADM) su questa eventualità.
Alla fine, contrastare la diffusione di giochi d'azzardo di pura fortuna, può essere condivisibile. Il problema riguarda le finalità: il Governo (dalle dichiarazioni dei suoi protagonisti) sembra intenzionato a fare questa mossa solo per essere coerente con la propria politica fiscale nel settore dei giochi (come più volte ribadito dalla Corte di Giustizia Europea). E su questo punto nascono molti dubbi sull'efficacia della manovra.
Graziano Del Rio ha confermato che l'Esecutivo sta pensando seriamente di "ridurre i premi sui giochi. Nel complesso contiamo di ricavarne circa 3 miliardi". Previsioni corrette? Siamo sicuri?
Sulle slot il prelievo è del 12,7% mentre sulle Vlt del 5%. Ma come ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l'idea è quella di andare a ridurre proprio il payout.
Il problema, secondo gli operatori di settore, è che tali misure andrebbero ad abbassare ulteriormente il payout delle famigerate macchinette, posizionate fuori dai casinò, diminuendo in modo drastico l’appeal di questi giochi nei confronti dei players. La misura potrebbe avere una logica se la finalità fosse quella di contrastare in modo effettivo le ludopatie.
In estrema sintesi, con un payout ancor più basso, a “pagare” saranno i gamblers ma anche il gettito è a rischio.
In ottica di strategie fiscali, a preoccupare è il trend di mercato: nel primo semestre del 2014, secondo i dati forniti da Jamma, il settore degli apparecchi d’intrattenimento ha subito una contrazione pari al 4,87%, con un calo del gettito del 4,1%. E stiamo parlando di un mercato che rappresenta il 55% delle entrate fiscali del gambling italiano. Quindi, sono necessarie tutte le cautele del caso, prima di intervenire con un aumento così sensibile della pressione fiscale.
Le intenzioni del Governo sono quelle di aumentare il gettito? Con ogni probabilità rimarranno delusi a Palazzo Chigi: l' effetto boomerang è dietro l'angolo, con una paradossale diminuzione delle entrate fiscali, essendo il gioco sempre meno attrattivo per i players (con un payout vicino al 70% nelle new slot) che si sposteranno – nel medio/lungo periodo – su altri games o su reti non legali.
A Las Vegas, i payout delle slot sono tutti sopra il 90% (in alcuni casi possono arrivare anche al 98%). Nessuno si è mai domandato per quale motivo nella capitale occidentale del gambling mantengono dei livelli di vincita potenziali così alti?
E' bene essere chiari fin da subito: con payout futuri inferiori al 70% ed un trend di mercato del genere, difficilmente assisteremo ad un aumento delle entrate fiscali e questo è bene metterlo in conto, in vista di una Legge di Stabilità che potrebbe rivelarsi priva delle coperture necessarie per finanziare gli ambiziosi e legittimi obiettivi per rilanciare l'economia italiana.