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Scommesse: in Francia divieto per i tipster, rischiano fino a 2 anni di reclusione o multe per €300.000

In Francia si festeggia il decimo anniversario per la regolamentazione delle scommesse sportive, le famose paris sportifs, come le chiamando oltralpe. In occasione di una ricorrenza così importante, le autorità transalpine hanno però voluto richiamare gli affiliati ed i consulenti ad un severo monito: i tipster a pagamento sono severamente vietati.

Le pene possono essere molto dure: a seconda delle violazioni si può arrivare fino a 2 anni di reclusione o il pagamento di una multa fino a €300.000 (in alternativa una sanzione calcolata sul fatturato).

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La posizione dei bookmakers verso tipster e affiliati

Le autorità francesi non scherzano affatto in tema di giochi ed i principali bookmakers mondiali hanno, in questi giorni, inviato lettere e mail di diffide ai loro principali affiliati: la fornitura di qualsiasi pronostico a pagamento (o che può potenzialmente indurre in errore lo scommettitore con informazioni fallaci) determinerà la chiusura del rapporto di affiliazione.

La normativa francese e la direttiva dell’ Unione europea

Il divieto è contenuto nell’articolo 121-4 (15) del codice di commercio francese e le sanzioni sono previste dall’articolo 313-1 del codice penale.

La normativa francese non è altro che il recepimento di una direttiva europea del 2005 in materia di pratiche commerciali sleali. In particolare la direttiva stabilisce un elenco dettagliato delle pratiche ritenute ingannevoli. Nell’elenco, al comma 15 si ritiene un comportamento fuorviante “pretendere che un prodotto o servizio aumenti le possibilità di vincita al gioco d’azzardo”.

In occasione del decimo anniversario della liberalizzazione del betting sportivo tricolore, l’ Autorité Nationale des Jeux (ANJ) ha lanciato una campagna di comunicazione che ribadisce tale divieto e dalle parole è passata ai fatti (lo vedremo in seguito):

“La fornitura di pronostici sportivi a titolo oneroso è potenzialmente costitutiva di una pratica commerciale ingannevole vietata dal codice del consumo”.

Secondo la Corte di Cassazione francese non serve che il sistema venduto di informazione e pronostici sia vincente o perdente, è irrilevante. Il comportamento (la vendita di tips) è vietata. Punto.

Negli ultimi anni sono stati puniti pochi tipster professionisti ma in occasione di Euro 2021 l’ Anj ha battuto i pugni sul tavolo e la magistratura ha iniziato ad aprire fascicoli ed indagare.

L’attività dei pronosticatori di professione è finita sotto la lente d’ingrandimento anche in Gran Bretagna.

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Arriva la prima denuncia, in black list 50 tipster considerati illegali

Secondo l’Equipe un tipster di Hauts-de-Seine è stato denunciato alla procura di Nanterre e secondo le indiscrezioni del quotidiano sportivo francese l’ Anj avrebbe inserito in una black list una cinquantina di importanti informatori sportivi e tipster.

Queste notizie hanno messo in allarme i bookmakers che hanno richiamato i propri affiliati.

C’è però uno spiraglio. Gli operatori di gioco hanno consultato le autorità francesi e si sono raccomandati con gli affiliati di seguire una linea molto più prudente, ovvero quello di condividere pronostici ed informazioni su eventi sportivi oggetto di scommesse, solo se inseriti nel giusto contesto, per esempio in formato editoriale come parte di un sito o di un blog.

Sono invece vietati i tipster a pagamento che condividono le proprie previsioni su piattaforme generaliste cocme i soocial.

Tipster: la legislazione in Italia, il divieto sugli influencer nelle scommesse

Ed in Italia invece qual è la regolamentazione? Non esiste una norma specifica in merito ai tipster (può far fede solo a livello giurisprudenziale la Direttiva UE del 2005 come punto di riferimento orientativo) ma il Decreto Dignità ha espressamente vietato l’utilizzo di influencer da parte dei bookmakers.

Norma che è stata recepita nel poker: nessuna poker room italiana ha messo sotto contratto testimonial.

Nelle scommesse invece gli influencer (con centinaia di migliaia di followers) continuano indisturbati ad essere promossi senza alcun tipo di controllo e senza rispettare alcuna regola: utilizzano spesso toni molto aggressivi, fregandosene di qualsiasi regola elementare (decreto Balduzzi) mentre la legge italiana  è chiara e pretende una comunicazione atta a promuovere comportamenti responsabili. Ma sul web avviene l’opposto,

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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