Uno scommettitore britannico ha perso l’iperbolica cifra di 4,8 milioni di sterline sul sito online Bet365. Il fatto non è passato inosservato e la UK Gambling Commission (UKGC) ha aperto un’inchiesta, riscontrando “carenze in materia di antiriciclaggio e nei controlli di responsabilità sociale” proprio nei confronti della società Hillside (New Media) Limited che possiede i diritti del brand del noto bookmaker online della famiglia Coates.
Peter Coates, mister Bet365: la Gambling Commission ha riconosciuto l'atteggiamento collaborativo e trasparente della sua società durante l'inchiesta
La Commissione ha dichiarato che Bet365 ha – in tutti i casi – avuto un atteggiamento “aperto e trasparente” riguardo lo sviluppo dell’inchiesta. Insomma, il book ha collaborato con le autorità per ricostruire la dura e drammatica verità. Si, perché l’uomo ha scommesso con i profitti maturati da un’attività illecita. Da quanto emerso, il gambler ha rubato 19 milioni di sterline di apparecchiature al suo datore di lavoro.
Ha rivenduto poi il materiale sottratto in maniera illegale per realizzare 5,6 milioni di sterline in contanti. Questa cifra è stata utilizzata per finanziare le sue scommesse.
L’UKGC ha mostrato gravi preoccupazioni dopo aver ricostruito i dettagli della triste vicenda ma ha anche riconosciuto l’atteggiamento costruttivo di Bet365 sia per la collaborazione nell’inchiesta che per la politica, perseguita in questi anni dal bookmaker di Peter Coates, a sostegno di nuove strategie per migliorare i sistemi di sicurezza nell’e-gaming britannico.
“Questo caso dimostra quando lavoro deve essere ancora portato avanti dall’industria del gioco online per adottare misure idonee al fine di riconoscere correttamente i clienti a rischio” ha commentato Matthew Hill, direttore della sezione “Regulatory Risk and Analysis”.
Oltre agli aspetti non secondari sul riciclaggio di denaro, vi è soprattutto il problema riguardo al contrasto alle ludopatie e ai rischi sociali che può comportare il gambling. Giusto sottolineare sempre che il gioco deve essere interpretato come un divertimento che richiama però l’individuo ad assumere un atteggiamento responsabile, durante questa attività ludica. Ed è importante che i bookmakers e le rooms adottino misure volte a tutelare i propri clienti.
La Commissione britannica ha sottolineato l’utilizzo insufficiente delle “informazioni open source disponibili dopo che l’individuo aveva aperto il suo account nel 2005”. Secondo le autorità Bet365 “non ha tenuto pienamente conto degli indicatori di rischio sospetti, derivanti dal’attività dell’individuo”. Secondo le indagini, lo scommettitore aveva usato più carte di credito e debito. L’operatore non ha utilizzato queste informazioni.
Nel 2009, prima che iniziasse la serie di furti, il giocatore aveva chiesto l’esclusione per i giochi da casinò ed aveva mantenuto l’accesso solo al betting sportivo. Ma sono parecchi gli utenti che chiedono l’esclusione a determinati games. Non è quindi facile individuare i singoli casi a rischio.
Bet365 aveva presentato due relazioni sulle attività sospette al Serious Organised Crime Agency (SAR) ed, in assenza di risposte formali, aveva continuato ad accettare gioco dal cliente. L’UKGC ha sottolineato che il “la comunicazione è solo un aspetto per gestire il rischio di riciclaggio di denaro”.
La Commissione non procederà con ulteriori azioni contro Bet365 ma aggiornerà le proprie procedure in base ai risultati dell’indagine.