In Arizona, un uomo ha esagerato ed ha perso su un bookmaker la bellezza di 800.000 dollari nel 2012. Lo scommettitore, Jerry Hannosh, ha citato in giudizio David Segal e sua moglie, proprietari di due società di betting che operano con una licenza del Costarica, non autorizzata negli States.
Come noto, negli USA le scommesse sono vietate online ed è possibile puntare sugli eventi sportivi solo nei casinò di Las Vegas.
Per questo motivo, l'uomo ha presentato un ricorso legale per recuperare le sue perdite (oltre ad un risarcimento per i danni morali) rimediate sul bookmaker, ma la Corte d'Appello dello Stato dell'Arizona ha respinto le sue istanze.
I giudici hanno osservato che il bettor non ha presentato nel ricorso alcuna contestazione sulla regolarità del gioco. Non ha rivendicato truffe a suo danno o affermato di essere stato vittima di giochi truccati o contestato quote manipolate.
Secondo i giudici, Hannosh ha visto soddisfatte le sue aspettative sul sito di scommesse, ovvero l'opportunità di vincere, accettando volontariamente il rischio di perdere il denaro puntato.
Un caso simile è pendente presso la Corte di Giustizia Europea: un gambler austriaco ha perso un milione di euro in un casinò con licenza maltese ed ha richiesto il rimborso del denaro scommesso, confidando sul fatto che la sala da gioco – per la legge austriaca – è non autorizzata ad operare. Ma anche in questo caso, le possibilità di vittoria per il giocatore sono minime, considerando la giurisprudenza europea in materia.