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WSOP-PokerStars verso una Santa Alleanza contro il male comune?

[imagebanner gruppo=pokerstars]Un Tweet pubblicato da Chris Krafcik di Gambling Compliace ha scatenato un putiferio di rumors. Caesars Entertainment, la società proprietaria delle WSOP, potrebbe revocare il proprio veto “politico” all’ingresso di PokerStars nei nuovi mercati legali statunitensi.

Caesars-WSOP è da sempre la rivale storica di Rational Group, fin dai primi anni del boom del poker. La multinazionale di Las Vegas, da decenni guida una potente lobby: con l’alleanza (e i soldi) di MGM è riuscita a portare nella stanza dei bottoni di Washington il Senatore Herry Reid (originario del Nevada), portavoce in Congresso per il Partito Democratico.

Caesars-WSOP è stata promotrice della regolamentazione del poker online in Nevada e nel New Jersey ma ha dichiarato guerra a PokerStars per avere operato dopo il 2006 negli States, in regime UIGEA, violando le leggi federali.

Per questo motivo Caesars ha promosso l’introduzione della clausola di “bad actor” che ha impedito a Stars di entrare nei nuovi mercati.

Ora la partita grossa, per non dire l’unica, si gioca in California dove è stata sollevata di nuovo la clausola nei confronti di PokerStars. Ma l’alleanza con alcune tribù indiane molto potenti a Sacramento, sembra dare i primi frutti. Ed anche Caesars ha dato in questi giorni ampi segnali di distensione, allineandosi con la coalizione pro-Stars.

Caesars-WSOP sembra intenzionata a mollare la presa proprio sulla storica rivale. I mercati dell’online negli States non decollano e c’è bisogno della spinta di Rational-Amaya (proprietarie di PokerStars e Full Tilt) per consolidare i nuovi giochi legali su internet.

Inoltre c’è da fronteggiare l’offensiva contro l’online da parte di Sheldon Adelson che sta finanziando una campagna massiccia contro l’e-gaming.

Negli States, i media parlano addirittura di una promessa fatta dal magnate di Las Vegas Sands a Chris Christie, Governatore del New Jersey: bloccare PokerStars alle porte di Atlantic City, in cambio del sostegno finanziario e politico nella corsa alla Casa Bianca nel 2016.

Il “male comune” (Sheldon Adelson) sembra quindi indurre ad un radicale cambiamento le due rivali storiche che hanno segnato la storia del poker live (WSOP) e online (PokerStars).

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In tempi di vacche magre, l’unione fa la forza. E’ quello che auspica la Poker Player Alliance: “fermiamo la divisione del settore”. “L’unità potrebbe essere di buon auspicio per il futuro del poker, in particolare alla luce del rinnovato impegno da parte di Sheldon Adelson di Las Vegas Sands di liberare gli Stati Uniti dal gambling su internet”.

L’insperato avvicinamento di Caesars con PokerStars potrebbe essere anche una logica conseguenza delle dimissioni dello storico CEO Gary Loveman, da sempre nemico giurato della prima room online.

Ma c’è anche un’altra chiave di lettura: due anni fa Caesars (sull’orlo della bancarotta) provò a vendere invano le WSOP e il Rio Casinò a PokerStars, promettendo una “protezione” politica negli States, in cambio di un fiume di dollari. La famiglia Scheinberg non accolse con favore la proposta.

La trattativa potrebbe essere ripresa, visto l’ interesse concreto di Rational Group nei confronti del World Poker Tour e di PartyPoker, due brand molto forti nei mercati nord americani.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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