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10 anni senza Chip Reese, il più forte di tutti i tempi. Negreanu: “Vinceva sempre, era il migliore”

Il 4 dicembre 2007 se ne andò Chip Reese, un’autentica leggenda del poker. Parliamo di un uomo che in più occasioni è stato definito “il più forte giocatore di tutti i tempi“, e non solo: secondo alcuni rumors di Las Vegas, sarebbe anche tra i poker player più ricchi di sempre, con vincite complessive che potrebbero aver superato persino i 100 milioni di dollari.

Nella sua carriera trentennale, Chip Reese ha vinto tre braccialetti delle WSOP e 3.96 milioni di dollari nei tornei live, in un’epoca nella quale non c’erano high roller a “pompare” i numeri. Ciononostante, Reese è sempre stato un cashgamer duro e puro: a quei tavoli si costruì un patrimonio incredibile e a quei tavoli sfidò e distrusse chiunque gli si parò davanti.

Ma quanto era forte realmente Chip Reese? Vogliamo ricordarlo a distanza di dieci anni dalla sua morte riportando alcune dichiarazioni di Daniel Negreanu che dimostrano di quanta stima godesse il leggendario poker player di Las Vegas.

Chip Reese, qua al tavolo con Barry Greenstein

Daniel Negreanu: “Chip Reese vinceva ogni giorno”

Chip vinceva ogni giorno in cui giocava“, scrisse Negreanu. “Non aveva un gioco fantasioso, non faceva mosse strane. Semplicemente era un giocatore incredibilmente solido. Ogni volta che lo osservavi in una mano e analizzavi la sua condotta, ti rendevi conto che aveva sempre senso. Non ti chiedevi mai cosa avesse combinato”.

Secondo Kid Poker, il segreto di Chip Reese, a parte il gioco super solido, era da ricercare in una serie di caratteristiche.

“Chip aveva una grandissima voglia di vincere, era una persona estremamente competitiva ma faceva di tutto per non mostrarlo. La sua intelligenza e la sua disciplina (questa era il suo punto più forte) lo resero il giocatore che era. Anche quando era seduto da ore e e ore agli stakes più alti di Las Vegas, giocava sempre al massimo. Il suo F-game era maledettamente buono”.

 

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Crearsi la giusta situazione per vincere

Daniel evidenzia anche un’altra caratteristica di Chip Reese, quella che gli permise di vincere i massimi al tavolo: la sua capacità di organizzare partite facili e sempre attive.

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“Chip e Doyle organizzavano le partite di Las Vegas e Chip era bravissimo ad assicurarsi di mettere al tavolo le persone giuste. Tutti lo chiamavano per partecipare, lui faceva in modo che la partita fosse sempre piena. Quando un giocatore amatoriale era in città e voleva giocare, per dire, alle 19 di venerdì sera, Chip chiamava tutti i pro per essere certo che la partita si giocasse. Si assicurava che ci fosse la giusta atmosfera e che gli stakes non fossero troppo alti fin dall’inizio“.

Il Poker Players Championship, l’ultimo capitolo nella carriera di Chip Reese

In quell’occasione Negreanu chiuse il discorso parlando dello status di leggenda di Chips Reese ammettendo che fosse davvero il più forte al mondo. Lo fece parlando del successo dell’allora 55enne nella prima edizione del Poker Player Championship da $50.000 delle WSOP. Era il 2006 e dal 2008 quel torneo sarebbe stato intitolato proprio alla sua memoria.

Quando vinse il $50.000 ero felicissimo“, ricorda Daniel. “Perché era la prova definitiva che Chip Reese fosse il miglior giocatore al mondo. Per i pro vincere il Main Event era ormai diventata una prospettiva improbabile a causa dei field enormi, per questo motivo la vittoria di Chip fu poetica. Fu come il finale di un libro, la sua storia non sarebbe potuta finire meglio di così”.

L’anno dopo quel successo, Chip Reese morì nella sua casa di Las Vegas a causa delle complicanze in seguito a una brutta polmonite. A 56 anni se ne andò il più forte giocatore di poker al mondo.

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