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Cristiano Guerra: “Il 'flop' italiano alle WSOP è giustificato”

Cristiano Guerra, arrivato come tutti all'ideale giro di boa di queste WSOP, si concede alcune riflessioni, sia a carattere personale che sui giocatori italiani più in generale.

Il professionista romano non nasconde la delusione per non aver ancora conseguito risultati utili all'ombra del Rio, sebbene sappia di aver fatto razionalmente tutto quello che poteva perché accadesse il contrario: “Il mio stato d'animo non è dei migliori, ma non ho fatto errori importanti – spiega – di fronte ho ancora molti tornei prestigiosi dove mi impegnerò per cercare un risultato importante. Purtroppo, a  causa della varianza, anche disputando 25 tornei si rischia di fare ben poco se ci è avversa”.

Guardando al quadro complessivo e ad un risultato da parte dei giocatori italiani al momento tutt'altro che esaltante, “crisbus81” crede sia necessaria qualche puntualizzazione: “Finora i nostri connazionali sul posto sono stati assai pochi, e comunque nei tornei dove il buy-in inizia a crescere ci si trova spesso seduti contro avversari veramente forti, impossibile arrivare a questi livelli senza le giuste situazioni di gioco favorevoli”.

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Per il pro di Sisal Poker insomma è ancora presto per fare bilanci, sia per quanto riguarda il suo terzo anno a Las Vegas che la spedizione italiana in generale.

Del resto, al momento l'Italia non è certo la nazione che sta facendo peggio. Non solo anche Germania o Regno Unito sono a secco di braccialetti, ma sia come numero di ITM che come denaro vinto siamo davanti ad esempio tanto alla Norvegia che alla Finlandia, Paesi che pure hanno una tradizione di prim'ordine in fatto di poker.

Cambiano le bandiere ma le carte in fondo sembrano comunque sorde a qualsiasi lingua: per vincere sembra che non serva parlarne altre che la loro.

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