Vai al contenuto

Curt Kohlberg, il businessman miliardario che ragiona come un grinder

[imagebanner gruppo="pokerstars"]

Quando si parla di businessman nel mondo del poker, si pensa immediatamente a ricchissimi imprenditori che giocano per divertirsi e lasciano sul tavolo milioni di dollari grazie a uno stile di gioco tecnicamente pessimo. Spesso questi personaggi ricevono l'epiteto di whale, ovvero di fish talmente grossi da essere considerati balene.

Questo pregiudizio è vero nella stragrande maggioranza dei casi e le whale sono effettivamente uno dei motivi per cui i professionisti high stakes di Las Vegas e Macao riescono a intascare milioni di dollari ogni anno. Parliamo di giocatori amatoriali che sono sempre i benvenuti in qualunque partita o mtt, a qualsiasi limite e gioco. Bill Perkins e Guy Lalibertè, sono solo due degli nomi più noti e sono considerati da tutti dead money tanto nei tornei quanto nel cash game.

Tuttavia ci sono anche businessman che si approcciano al gioco in maniera completamente diversa, cercando di migliorare le loro abilità e di ragionare come fanno i professionisti. Uno di questi è senza dubbio Curt Kohlberg, 56enne americano CEO di Kohlberg & Associates.

scott-seiver
Scott Seiver nella lista degli straordinari coach di Carl Kohlberg

Il suo rapporto con il poker è raccontato sul portale di finanza Bloombergview.com da James McManus, che per prima cosa pone una premessa forte e chiara: Curt Kohlberg non gioca per i soldi. La sua società di consulenza può infatti vantare oltre 200 clienti, che danno vita a un portafoglio in grado di superare l'incredibile cifra di 3 triliardi di dollari (3.000.000.000.000$).

Il patrimonio di Kohlberg è stimato in centinaia di milioni di dollari e per l'imprenditore americano il poker non è altro che una sfida da vincere a tutti i costi: "Sono un drogato di competitività. Devo assolutamente avere una costante produzione di dopamina", spiega il 56enne che, oltre al poker, si impegna al massimo (e con buoni risultati: è giunto 4° a un torneo nazionale) anche nello squash.

È questa la vera motivazione che spinge Kohlberg a giocare a carte e se questo è un aspetto comune anche a quasi tutte le whale, nel suo caso è l'approccio al gioco a essere totalmente differente e a renderlo più simile a un grinder rispetto a un player amatoriale: Carl ha investito cifre considerevoli in coaching di altissimo livello, soprattutto con top mtter del calibro di Jason Koon, Scott Seiver e Chris Moorman.

"Mi hanno aiutato ad analizzare il mio database di centinaia di mani per distinguere le puntate corrette da quelle sbagliate e ora sono in grado di determinare in quali circostanze bluffare o valuebettare ha una maggiore possibilità di successo", racconta Kohlberg.

carl

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Il businessman si lancia anche in un interessante e inedito paragone tra il mondo degli affari e il poker sportivo: "Le negoziazioni negli affari possono essere estenuanti, ma devi sempre mantenere la stessa concentrazione e resistenza che occorre per fare una deep-run in un torneo che dura una settimana".

Kohlber aggiunge: "Studiare gli avversari, avere ragione più volte che no, aggiustare la tattica basandoci su informazioni incomplete di fronte a giocatori sconosciuti che si sono appena seduti di fronte a te, sono tutti fattori in comune. A un certo punto, poi, sarai costretto ad andare all-in con una mano o in bluff. Sbagliare in questi casi può costarti caro".

L'imprenditore conclude raccontando la sua eliminazione dal Main Event PCA (utilizzando un vocabolario degno di un vero grinder dell'online) e infine dimostra di aver capito molto di questo gioco quando rivela la strategia vincente che utilizza al tavolo per costruirsi un immagine ben definita: "Molti professionisti non mi conoscono e mi considerano come il 'classico vecchio super chiuso'. In realtà io prendo di mira i giocatori amatoriali e spesso le carte che ho in mano non contano niente".

Anche se l'avventura alle Bahamas non è stata positiva, Kohlberg ha comunque 2.8 milioni di dollari vinti nei tornei dal vivo senza aver mai intascato più di 560.000$ in una volta sola. D'ora in avanti, quindi, i professionisti farebbero bene a segnarsi il suo nome e a ricordare il suo volto: confonderlo per una delle tante whale di mezza età che spopolano nei tornei high roller potrebbe costargli molto caro.

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI