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Dan Bilzerian: “Ho giocato per 9 mesi contro un miliardario, ho vinto 54 milioni di dollari”

Se nell’articolo di ieri abbiamo riportato le parole di Dan Bilzerian sul modo in cui ha conosciuto il poker e come lo ha affrontato all’inizio della sua carriera, oggi ci occupiamo di alcune partite private a cui ha partecipato negli ultimi anni, quelle che, a detta di molti, lo hanno trasformato da ricco a ricchissimo. Di questo e molto altro ha parlato nel corso del podcast di tre ore con Joe Rogan.

Il massimo che ho vinto è stato 54 milioni di dollari“, dichiara il barbuto playboy lasciando a bocca aperta il suo intervistatore. “Li ho vinti in 9 mesi giocando sempre contro lo stesso giocatore in heads-up. Ricordo che a un certo punto avevo davanti a me uno stack di 18 milioni di dollari e lui aveva più chips di me. In una mano è andato all-in, quindi dovevo decidere se rischiare 18 milioni di dollari in mio possesso”.

Anche se non lo dice, sappiamo che in quell’occasione ha foldato, perché quando Rogan gli chiede informazioni sul suo avversario e sul piatto più grande che abbia mai vinto nella sua vita, risponde: “Il mio avversario è un miliardario, non gliene frega un c***o dei soldi. Il piatto più grande che ho giocato nella mia vita è stato contro di lui, erano 14 o 15 milioni di dollari“.

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Si tratta di cifre incredibili, di cui parla con grande leggerezza. Questo atteggiamento potrebbe portare l’ascoltatore a pensare che sia stato facile vincere tutti questi soldi a poker, ma su questo punto Dan vuole essere chiaro:

Le persone credono che vivere di poker sia facile, pensano che basta essere fortunato o bravo con i numeri. Ti vedono al tavolo mentre vinci e ti dicono: “Wow, perché non prendi tutti questi soldi e ti alzi?”. Ma non funziona così quando giochi a poker per vivere. Le sessioni finiscono, ma tutto questo non finisce mai, continuerai a giocare per sempre. Non è come il Blackjack, nel quale devi mettere al sicuro le vincite. Nel poker non si finisce mai di giocare se lo fai per guadagnarti da vivere“.

In questo podcast, vista l’amicizia con Rogan (che gli procurò il contatto di Lance Armstrong per la prop bet da Las Vegas a Los Angeles in bicicletta), Dan Bilzerian parla a ruota libera, e per la prima volta tratta l’argomento del poker senza limitarsi a sparare cifre ma raccontando i retroscena – anche spiacevoli – di questa professione.

In alcune occasioni mi sono seduto al tavolo con tutto ciò che possedevo“, ammette ricordando tempi più difficili di quelli recenti. “È stato davvero stressante. Mi cadevano i capelli per lo stress. Il poker è un gioco complesso, non basta pensare a cosa ha in mano l’avversario. Devi pensare a quello che lui pensa che tu pensi che lui abbia. Ci sono i range, devi chiederti perché il tuo avversario dovrebbe chiamare o rilanciare in uno spot, le probabilità, lo stato mentale, i tells…”.

“Ci sono così tante cose da considerare, ti stai giocando così tanti soldi e sei consapevole che ogni singolo errore ti può costare milioni di dollari. E quando giochi per 18 ore di fila inizi anche a delirare”.

Il lato oscuro del poker è presente anche nelle partite a cui prende parte Dan Bilzerian, dove non ci sono solamente miliardari annoiati e belle ragazze: “Ho visto tanta gente andare completamente broke“.

“Il problema in questi casi è che pochi riescono a giocare a limiti più bassi di ciò a cui erano abituati. Perché se stai perdendo pensi che sia impossibile recuperare se giochi per cifre più basse. Quando sali tanto, poi è difficile scendere. Un grande problema comune a molti poker pro è che vincono tantissimo e quando perdono non riescono più a tornare indietro”.

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Dopo una sessione milionaria all’Aria Casino

Di fronte alle domande di Rogan (che ammette di non aver mai giocato a poker nella sua vita), Dan deve spiegare anche concetti molto basilari. La sua visione del gioco, però, è alternativa e al tempo stesso interessante:

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“Il poker non è tanto una questione di tell, come si vede nei film. È più una questione di capire le persone. Quanto guadagna questo tizio? Che lavoro fa? Quanto significano per lui questi soldi? Quanto vuole giocare d’azzardo? Ci sono giocatori che vogliono perdere appositamente e tu devi individuarli“.

“Magari lo fanno per essere amici di tutto il tavolo, perché vogliono essere popolari, forse perché non erano popolari al liceo… Ho giocato contro molti che non pensavano di meritare quei soldi perché li avevano guadagnati truffando un sacco di persone, quindi li volevano perdere. Devi capire queste cose al tavolo”.

Infine, Dan parla anche del poker online, un contesto nel quale nemmeno lui punterebbe su di sé.

“Ho studiato il poker e ho letto i libri quando ho iniziato – ricorda – ma all’epoca non era come oggi. Su internet trovi di tutto, puoi vedere i professionisti giocare in diretta. Il poker è un gioco di abilità, è una str*****a che sia illegale negli States. Comunque mi interessa poco perché al giorno d’oggi non sono minimamente competitivo contro questi ragazzini dell’online. Ormai ci sono software che fanno la gran parte del lavoro al loro posto. Ti dicono tutte le statistiche possibili, è diventato un gioco matematico-robotico”.

Come un navigato professionista della vecchia scuola, anche il buon Dan si scaglia contro i software di supporto e il mondo online. Ma per lui è soprattutto una questione di preferenze:

Io preferisco giocare alla vecchia maniera, guardando negli occhi il mio avversario. Quando giochi dal vivo devi saper calcolare gli stack velocemente, devi capire che tipo di giocatore hai davanti. Io voglio giocare sulla persona che ho davanti, non sui numeri. Questi ragazzini sono bravi dietro a un computer ma poi li metti al tavolo dal vivo e non sanno reggere la tensione di un bluff. È facile bluffare pesantemente quando devi solo cliccare un pulsante dietro uno schermo!“.

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