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Dan Colman: “Nel Big One avevo più del 50%. Perché non ho esultato? Non volevo che finisse”

Vi abbiamo già riportato alcune delle dichiarazioni che Dan Colman ha rilasciato a ChicagoJoey nel corso del Poker Life Podcast, ma il giovane professionista americano non si è certamente fermato all’ammissione di aver fatto multiaccount e account sharing e di aver giocato da minorenne. Quella è solo una piccola parte di ciò che ha raccontato e oggi vogliamo dare risalto ai retroscena che ha svelato sul Big One Drop del 2014, torneo da un milione di dollari vinto dopo aver sconfitto Daniel Negreanu in heads-up.

Già di per sé questo evento fa molto discutere a causa del buy-in stratosferico, ma in quell’occasione Dan ci mise del suo non festeggiando la vittoria e non rispondendo alle domande dei giornalisti. Inoltre, fin da subito circolarono molte voci sulla percentuale di buy-in che aveva pagato di tasca sua e sugli investitori che avevano creduto in lui. Nel podcast di ChicagoJoey, Colman ha avuto la possibilità di fare chiarezza sulla situazione, ma non prima di aver spiegato perché, attualmente, non si considera più un professionista a tempo pieno.

Non gioco a poker da un sacco di tempo“, ha dichiarato. “L’ultima volta in cui ho giocato a poker seriamente nel 2015 è stato al SHRPO di agosto. A dicembre c’è stato  il WPT a Las Vegas e avevo già trasferito tutti i soldi per giocare il main event e l’high roller. Quando sono arrivato a Vegas sono andato a vedere un incontro di UFC e il giorno dopo quando mi sono svegliato ho pensato “non ho per niente voglia di giocare a poker“, così me ne sono tornato a casa”.

Quella di Dan sembrerebbe una totale mancanza di stimoli, forse per l’eccessivo appagamento dai risultati ottenuti nel 2014. In ogni caso, costringersi a giocare anche quando si è motivati è certamente una pessima idea, come ha raccontato lui stesso: “Non so nemmeno io per quale motivo sono andato a Manila per giocare a poker. A gennaio ho preso il volo, 16 ore dopo ho pagato il buy-in di 200.000$, ho raggiunto il tavolo finale e sono stato eliminato (6° per 502.000$). Lo stesso giorno ho preso il volo di ritorno per Boston. Mi sono svegliato alle nove della mattina successiva e ho visto che c’era un volo per le Bahamas. L’ho prenotato e 30 minuti dopo ero sull’aereo. Alla PCA ho perso un sacco di soldi, bustando il 50.000$, il 25.000$ e il Main Event”.

Daniel Colman, Daniel Negreanu

Colman ammette che la voglia di grindare come faceva una volta non c’è più: “Ora come ora il poker non ha lo stesso ruolo di una volta nella mia vita, gioco solo quando ne ho voglia“. Una situazione che può permettersi grazie ai 25.3 milioni di dollari lordi vinti in carriera, la maggior parte dei quali nel 2014.

In quell’annata d’oro vinse il Big One For One Drop per 15.3 milioni di dollari, anche se questa prima moneta, come prevedibile, è ben lontana da quanto incassò realmente. C’era chi parlava di un 10%, chi di un 20% e chi addirittura del 100% di buy-in pagato personalmente da “mrgr33n13“. Dan rivela: “Il Big One Drop era uno torneo con un EV estremamente positivo, considerando che ero un regular degli HUSNG. Ho pagato più del 50% del buy-in di tasca mia. Io avrei investito anche di più ma tutti mi dissero che era un azzardo e così mi accontentai. Olivier Busquet e Haralabos Voulgaris comprarono quote. Bob prese quella più grande dopo la mia. Comprò molte quote anche la cordata degli high roller tedeschi”.

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Tenendo per sé più del 50% delle quote, Colman ha vinto almeno 7.5 milioni di dollari. Una cifra che cambierebbe la vita di chiunque, ma non la sua, ed è proprio questo il motivo per cui non esultò dopo la vittoria: “Avevo già grindato e vinto tantissimo agli HUSNG. Vincere quel torneo non era qualcosa che avrebbe stravolto la mia vita. Ho una mentalità da gambler: vincere mi dà una sensazione positiva che non sarà mai intensa come quella negativa delle perdite. Quel giorno raggiunsi il final table, superai la bolla e mi ritrovai in heads-up con Daniel Negreanu. Lo adoravo quel momento, ca**o, me lo stavo proprio godendo . Pagherei gli stessi soldi che ho vinto per rivivere all’infinito quel momento. L’heads-up era il mio pane quotidiano, sapevo tutto a livello tecnico ed ero sicuro che avrei vinto. Non volevo che finisse mai, per questo non ho esultato“.

2014 World Series of Poker

In tanti si chiesero perché non avesse esultato, ma in tantissimi si domandarono perché non rispose ai giornalisti se non per parlare male del poker (come fece anche successivamente su Twoplustwo). Questa la sua spiegazione definitiva: “Sapevo che i media mi avrebbero esaltato per aver vinto 15 milioni di dollari. Tutti mi chiedevano cosa avrei comprato con quei soldi ma io non volevo essere quel tipo di persona agli occhi degli altri. Non volevo promuovere il poker, non volevo che i ragazzini mi vedessero sorridente e pensassero che avessi davvero vinto 15 milioni, che mollassero tutto per provare a imitarmi. Tra tasse e la vendita di quote non ho vinto quella cifra. Sarebbe passata un’immagine falsa di me se avessi parlato”.

Come abbiamo visto nel precedente articolo, Dan Colman non è un esempio per chi vuole approcciare il poker in maniera professionale, soprattutto se parliamo di una persona molto giovane. Tuttavia, spiegando il motivo per cui non ha voluto celebrare la vittoria del Big One Drop, ha quasi voluto ammettere una sorta di auto-censura, un modo per evitare che qualcuno, abbagliato dall’immagine di un 23enne dietro alla montagna di dollari che ha appena vinto, rischiasse di “farsi male” seguendo le sue orme, non potendo contare sullo stesso talento o sulle stesse capacità.

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