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Daniel Negreanu: "Da giovane ho lavorato sodo e oggi posso fare quello che voglio"

Ultimamente Daniel Negreanu è stato coinvolto soprattutto nella diatriba riguardante i cambiamenti al VIP System di Pokerstars. Abbiamo già visto che nel corso del podcast con Joe Ingram ha espresso delle opinioni dure nei confronti del tempismo scelto dal suo sponsor, ma dopo averne parlato in quell'occasione il canadese non sembra intenzionato a tornare sull'argomento. Il motivo non è soltanto legato al fatto che ha già detto tutto quello che doveva dire, ma anche a una questione di mancanza di tempo: in questo stesso periodo sta infatti promuovendo in giro per il Nord America "Kid Poker", il documentario sulla sua vita.

Vi avevamo già accennato dell'uscita di questo documentario, che in Italia non è ancora disponibile mentre in Canada ha fatto il suo esordio pochi giorni fa suscitando pareri molto favorevoli. Come detto, Daniel sta portando avanti un tour promozionale che lo porta a essere intervistato anche da molte persone che solitamente non si occupano di poker. In questi casi, a Negreanu vengono poste domande piuttosto banali, a cui lui, però, riesce a rispondere sempre in maniera interessante.

È questo il caso dell'intervista rilasciata durante il Todd Shapiro Show, un programma radiofonico di Toronto. Il presentatore, non conoscendo in profondità il mondo del poker, ha esordito chiedendo a Daniel come fosse vivere a Las Vegas e soprattutto se fosse folle come credono tutti quelli che non ci vivono. "Non deve essere per forza un luogo dove fare follie", ha spiegato Negreanu. "Tutto dipende dal genere di persona che sei. Ad esempio il mio grande amico Antonio Esfandiari vive proprio come tutti immaginano: sta sulla Strip, va alle feste tutte le sere e fa tutto quelle cose tipicamente da Las Vegas. Io sono un tizio sobrio, invece: vivo su un campo da golf, vado in palestra, gioco a calcio un paio di volte a settimana. Insomma, vivo come una persona normale. Non gioco nemmeno a poker quando sono a Las Vegas".

Il presentatore sembra stupito da questa risposta e chiede a Daniel se non ha mai avuto problemi ad ambientarsi in una città così caotica. "Forse all'inizio della mia carriera, quando avevo 20 anni", ha risposto il team pro di Pokerstars. "Allora è stato difficile ambientarmi alla follia quotidiana di Las Vegas. Sai, andavo a giocare a poker, poi c'era sempre qualcuno che diceva "hey andiamo allo strip club!" e ci stavamo dentro tutta la notte, tanto che quando uscivamo la luce del sole ci sembrava accecante".

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Per Negreanu, però, l'unico obiettivo era quello di diventare un giocatore professionista di poker: "Ma poi ho capito che non era questa la vita che volevo: conducendo un'esistenza di questo tipo non avrei mai potuto raggiungere i miei obiettivi. Tutto ciò che volevo era lavorare duramente, spaccarmi il c**o per poter fare ciò che volevo dopo i trent'anni".

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Ci vuole una volontà di ferro a non cadere nelle mille tentazioni di Las Vegas e se Daniel è sempre riuscito a stare lontano dai guai è anche grazie al modo in cui è stato cresciuto: "I miei genitori erano perfetti. Sono stato fortunato, sento spesso tanta gente dire di avere avuto problemi con i genitori, ma non è stato così per me. Mia madre mi amava, mio padre mi amava, mi hanno instillato i valori giusti, mi hanno insegnato a essere un buon padrone di casa e ad aiutare chi sta peggio di me".

Passando alla sua professione, Saphiro chiede a Negreanu quanto sia cambiata la reputazione del poker pro nel corso degli anni. "All'inizio della mia carriera la gente mi guardava come se fossi uno spacciatore di crack", risponde Daniel ridendo. Poi continua: "Successivamente tutto è cambiato: ora sono gentili, dicono "buongiorno Signor Negreanu" e via di scorrendo. Ma d'altronde quando ho iniziato a Toronto ero costretto a giocare in partite clandestine in posti poco raccomandabili in città. Dovevi far vedere la tua carta d'identità alla telecamera per entrare nel club, proprio come in Rounders. L'ambiente in cui gioco ora non ha nulla a che vedere con tutto questo. Gioco nei casinò, in luoghi sicuri e protetti".

In conclusione, Negreanu spiega che, grazie al duro lavoro dei primi anni di carriera, ora può finalmente tirare il fiato, facendo intendere di vivere una situazione molto più simile a quella di un baby pensionato rispetto a quella di un giocatore professionista: "La mia vita è molto emozionante quando sono in giro per il mondo. Quando sono a casa invece, molte persone mi dicono che sono terribilmente noioso. Sai, faccio yoga, gioco a calcio, vado a vedere un film al cinema, guardo gli show televisivi, vado a cena fuori con gli amici. Ma non faccio nulla di folle e soprattutto non devo nemmeno lavorare!"

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