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Daniel Negreanu: “Il tell più importante? Lo sguardo sulle chips”

Si può dire tanto su Daniel Negreanu, ma una cosa è certa: nel poker live è un giocatore che ha una marcia in più.

Se alcune sue giocate risultano poco convincenti dal punto di vista teorico, sicuramente quando Kid Poker parla di letture e tell non si può fare altro che ascoltare. D’altronde il canadese lo ha ammesso più volte: ha costruito tutta la sua carriera di enorme successo sulle reading skills, le abilità nella lettura degli avversari.

Nel corso del Nuts Poker Podcast, Daniel ha affrontato proprio questo argomento: l’importanza dei tells e il modo corretto di interpretarli. Lo ha fatto partendo dal tell più importante di tutti. Ecco qual è.

Daniel Negreanu: “Lo sguardo sulle chips è il tell più importante”

“Ogni tell è diverso da giocatore a giocatore”, ha detto Daniel. “Ciò che può essere vero per uno potrebbe essere falso per un altro. Il tell più importante, però, riguarda il modo in cui l’avversario guarda le proprie chips“.

Daniel sostiene che questo tell sia estremamente comune e che anche molti pro non riescano a mascherarlo: “Non è facile evitare di dare questo tell, perché si tratta di un movimento istintivo difficile da controllare”.

Ecco come funziona:

Quando viene girato un flop o una carta e un giocatore guarda immediatamente le proprie chips è perché ha centrato qualcosa di buono“, dice Negreanu. “Al contrario, se resta a fissare il flop non curandosi del suo stack è perché probabilmente non ha nulla. Iniziate a farci caso, è un tell fondamentale”.

I tell in chi indossa gli occhiali da sole

Molti giocatori di poker indossano gli occhiali da sole perché sono convinti di poter celare eventuali tell come quello dello sguardo sulle chips. In realtà, secondo Daniel, gli occhiali servono a poco.

“Mi piace guardare negli occhi gli avversari per trovare i tell, ma ciò non significa che abbiano ragione quelli che indossano gli occhiali. Pensano di essere protetti perché non posso guardarli negli occhi, ma non cambia molto. Guardo il collo, le mani, la respirazione, ed è sufficiente“.

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I fake tell

Negreanu è convinto che sia fondamentale non solo imparare a scovare i tell negli avversari, ma anche utilizzare i fake tell a proprio vantaggio. Significa avere dei comportamenti specifici per ingannare gli avversari.

Nel caso di Kid Poker, però, potrebbero non essere poi così importanti.

Faccio fake tell da 20 anni, ma a me servono fino a un certo punto. Io sono un giocatore che si anima molto al tavolo: mi muovo, parlo, faccio di tutto. In questo modo è impossibile cogliere dei significati nei miei comportamenti”.

Daniel Negreanu

La debolezza di Kid Poker

Dopo aver parlato dei tell, Daniel ha svelato qual è la sua più grande debolezza come poker pro.

“La mia debolezza, rispetto agli altri top player, è l’aspetto matematico. Non l’ho mai studiato e mi rendo conto di avere alcuni leak nel gioco shortstack. Sono comunque più forte del 99.9% dei giocatori, ma rispetto ai top player questa è la mia debolezza”.

Negreanu non si sente molto a suo agio quando si ritrova short in un torneo. In questa circostanza, è consapevole di non essere competitivo come molti altri colleghi.

Se giocassi un torneo con uno stack di partenza di 10 big blind non sarei certamente tra i favoriti. Chi lo sarebbe? Qualche nerd, quei giocatori quattrocchi che studiano dati e numeri tutto il tempo”.

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