Sono passati ormai 9 mesi dalla sua scomparsa, ma Devilfish, soprannome di Dave Ulliot, rimane ancora oggi uno dei giocatori di poker più noti non solo nel Regno Unito, ma in tutto il mondo. Famoso per il suo stile di vita estroso e per la sua personalità sopra le righe, Devilfish è stato un personaggio a tutto tondo. Oggi vogliamo raccontarvi meglio chi era.
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Il soprannome Devilfish
Se vogliamo, tutto è partito da qui. Una carriera lunga quasi cinque decadi, passate a giocare a poker - e non solo, come vedremo più avanti - che inizia formalmente un giorno di tanti anni fa, in quel di Birmingham. Dave Ulliot è 'soltanto' Dave Ulliot ed è seduto al tavolo da poker, a dare spettacolo come è già abituato a fare.
"Dovresti chiamarti Devilfish", fa ad un certo punto uno dei suoi avversari. Ovviamente Ulliot gli chiede da dove provenga questo bizzarro soprannome e perché secondo lui è adatto, e questo tizio risponde: "Perché è un pesce molto velenoso, che divora tutto ciò che trova nell'acqua". La replica di Dave Ulliot? In pieno stile Devilfish: "Io mangio tutto quello che trovo nella vasca da bagno, a parte il sapone".
Da Birmingham a Las Vegas. Devilfish si reca nella Mecca del Gioco d'Azzardo, il paradiso dei giocatori, portandosi dietro quel soprannome. "Anche a Las Vegas la gente cominciò a chiamarmi Devilfish e da quel momento quel nomignolo mi rimase attaccato". È l'inizio della leggenda.
Un inizio difficile
La storia di Devilfish è stata raccontata un po' in tutte le salse. Ulliot cresce a Hull, in Inghilterra, e passa un adolescenza molto complicata: finisce in carcere per il suo 'vizietto' di scassinare casseforti, ma anche per aggressione. Gran parte del suo periodo dietro le sbarre lo passa addirittura in isolamento.
Sono gli anni settanta e se vuoi giocare a poker, nei casinò fumosi o nei retrobottega dove portarsi dietro la pistola era un abitudine come avere il portafogli in tasca, devi avere un bel pelo sullo stomaco. E talento, anche. Devilfish ha entrambe le cose.
Anche se lo conosciamo come gran giocatore di No Limit Hold'em, in realtà Dave Ulliot era un esperto in quasi tutte le varianti di poker: in carriera ha vinto tantissimo in particolare al Five Card Stud e al Pot Limit Omaha, il suo gioco preferito.
Ma il poker non è la sua unica passione. Mentre viaggia per l'Inghilterra a caccia delle partite più succulente, Devilfish non disdegna le scommesse. Non direttamente, perché è già bandito dalla maggior parte dei bookmaker, degli ippodromi e delle partite private, a causa della sua bravura e dei suoi modi, diciamo così, non sempre regolari di tentare di vincere.
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Nasce il personaggio televisivo di Devilfish
La scalata di Devilfish è verticale. Ben presto Ulliot sfonda sia nei tornei sia nel cash game, tanto da ammassare in carriera oltre $6 milioni di vincite, secondo in Gran Bretagna solo a Sam Trickett. Il suo status di leggenda è garantito da trionfi alle WSOP e al WPT, oltre che in tantissimi altri eventi minori.
Ma se a definire lo status di leggenda fosse soltanto il successo economico, Devilfish sarebbe solo uno dei tanti. È il suo approccio alla vita e al poker, è la sua personalità esuberante a separarlo dalla massa.
Il tirapugni dorato, gli occhiali da sole, i capelli impomatati e tirati indietro, la giacca di pelle, il vestito elegante e persino la canotta da 'truzzo' diventano parte del poker in tv nel Regno Unito. Per non parlare della sua lingua sempre affilata, capace di garantire divertimento anche durante le partite più noiose.
"Prendi questi 100 franchi e fatti una pausa"
Per capire il personaggio Devilfish e la sua evoluzione, possiamo prendere in prestito le parole di Mike Sexton, noto giocatore/commentatore americano e suo grande amico: "Se il termine 'personaggio unico' fosse una sola parola, nel dizionario ci sarebbe la foto di Devilfish".
Da malvivente da quattro soldi a gambler incallito, fino a diventare volto noto della tv britannica e uomo tutto d'un pezzo, ma con un sottofondo di dolcezza che solo chi gli si è avvicinato davvero può testimoniare.
Come lo stesso Sexton, del resto. Vogliamo lasciarvi proprio con le sue parole e un racconto di una sera passata all'Aviation Club di Parigi:
"Sono seduto al tavolo, una sera, vicino a un musicista. Vedo Devilfish che si alza, gli si avvicina e gli dà 100 franchi (non c'erano ancora gli euro), dicendogli: 'Fatti una piccola pausa'. Il tizio strabuzza gli occhi e non riesce a credere che qualcuno gli abbia dato una mancia per smettere di suonare.
Ovviamente questo musicista prende i soldi e si alza. A quel punto, Devilfish si siede al suo posto: fu la fine di un'atmosfera musicale rilassata.
Devilfish attaccò con una sua versione di 'Great Balls of Fire' di Jerry Lee Lewis, seguita da 'Jailhouse Rock' di Elvis Presley. I francesi rimasero sbigottiti a fissarlo, ma io mi godetti ogni singolo minuto. Devilfish sapeva come divertirsi, sia al tavolo da poker sia nella quotidianità".