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Men "The Master" Nguyen e una carriera sempre in bilico: fenomeno o baro?

Per le nuove generazioni - o per chi si è avvicinato al poker da poco tempo - è un perfetto sconosciuto, ma Men "The Master" Nguyen è un personaggio che nella storia del poker ci entra a pieno titolo e con tutti e due i piedi, nel bene e anche nel male.

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FENOMENO PRE-HIGH ROLLER

Con sette braccialetti WSOP ha davanti a sè solo Phil Hellmuth, Doyle Brunson, Phil Ivey, Johnny Chan, Erik Seidel e Johnny Moss. Ma il suo score più impressionante riguarda le vincite (lorde) in tornei live. Al momento, Men si trova al 30° posto della All Time Money List con 10,5 milioni di dollari incassati. Ma a guardare bene, senza il fiorire di high roller e super high roller, sarebbe ben più in alto in classifica.

La singola vincita più alta di Nguyen è infatti di "appena" 412mila dollari, ed è l'unico tra i top 100 a non poter vantare neanche una vincita milionaria. Segno questo di una grande continuità, ma la costanza non è l'unica dote messa in mostra dal 60enne di origini vietnamite nella sua carriera.

TUTTI I VIZIETTI DI MEN

La sua reputazione non è - per usare un understatement - la più limpida della storia. Negli anni, "The Master" è stato accusato di una serie infinita di truffe e imbrogli, piccoli e grandi. Su quest'uomo c'è tutta una "letteratura" e anche piuttosto ampia, che va dalla collusion al furto di chips durante le pause dei tornei, al chip dumping, all'angle-shooting, ai complici messi a sbirciare le carte degli avversari...

Nessuna - o quasi - di queste accusa è stata mai provata, ma l'aneddotica è pressochè infinita. E' rimasta celebre quella volta in cui fu cacciato dal Foxwoods perchè, a causa di un allarme antincendio scattato, vigili del fuoco e addetti alla sicurezza trovarono una quantità enorme di chips da torneo. Men fu espulso da quell'evento e bannato a vita da tutti i casinò del gruppo, provvedimento poi annullato quattro anni più tardi.

Nel 2008, al Commerce Casinò, Nguyen si ritrovò a un tavolo di cash game con altri giocatori tra cui Justin Bonomo. "Zeejustin" (un altro dalla reputazione non proprio immacolata) scoprì che uno dei giocatori al tavolo - vietnamita a sua volta - era stakato da Men, e quest'ultimo lo aveva indotto a fold sospetti in più di una occasione.

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Comunque sia, la reputazione che Men "The Master" Nguyen si è guadagnato e portato dietro negli anni è quella di un grande giocatore, ma... col vizietto. A conferma di ciò, un altro aneddoto raccontato di recente da Jimmy "gobboboy" Fricke sul forum di twoplustwo:

"Stavo giocando il WSOP H.O.R.S.E. 5 o 6 anni fa, e ad un certo punto è andata via la luce per 10-15 secondi. La room era completamente al buio e ognuno cercava di proteggere le proprie chips. Poco dopo torna la luce, Jean Robert Bellande si alza e urla "NUOVO CHIPLEADER: MEN THE MASTER!", e la sala esplode nella risata più fragorosa che abbia mai sentito!"

THE BOSS

Al di là di aneddoti e voci, c'è un fatto: tra gli anni 90 e i duemila, praticamente tutti i giovani di origine vietnamita che si avvicinavano al poker venivano finanziati da lui, a volte anche coachati. Va da sè che le situazioni di possibile collusion o soft play si siano ripetute, nel tempo. Il mondo del poker si è comunque spesso dimostrato indulgente con lui: ad esempio, Daniel Negreanu lo "assolse" in qualche modo dalle accuse di soft play, alludendo al fatto che Men fosse in qualche modo "costretto" a questo tipo di comportamenti dalla sua community.

Fenomeno o truffatore? O forse un po' entrambi? "The Master" è destinato a portarsi dietro questa nomèa dovunque vada. Una reputazione che, fatalmente, inficia i suoi straordinari risultati al tavolo.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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