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Niall Farrell

Niall Farrell rivela: "Avevo il 2% di Pius Heinz nel 2011, ma che fatica a inizio carriera"

Oggi, Niall Farrell è uno dei professionisti di poker più noti e vincenti al mondo, il numero 1 del suo Paese – la Scozia. Ma come tanti colleghi, il trentenne britannico ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, prima di emergere.

Poco dopo aver vinto il WSOPE 2017 25k High Roller, completando l’ambita – quanto simbolica – Triple Crown dei tornei live, Farrell ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi di Pocketfives, di cui vi riportiamo i passaggi più significativi.

 

 

Il ‘primo’ Niall Farrell

Il percorso di Niall Farrell verso il professionismo ha avuto un propulsore fondamentale: la sua smisurata fiducia nei propri mezzi. Lo scozzese ha raccontato di aver lasciato il lavoro dopo un piccolo – seppur vincente – campione di Sit & Go online da 180 posti e appena $4 di buy-in.

“All’epoca vedevi tanta gente postare sui forum la volontà di lasciare il lavoro per diventare professionisti e le risposte erano sempre del tipo: ‘Non farlo se non hai almeno sei mesi di spese da parte’.

Io mi licenziai e basta, prelevai $1.000 dalla mia carta di credito e cominciai a definirmi un professionista”.

L’aiuto dei backer

Dopo una serie di buoni risultati negli MTT Online, Niall Farrell trova l’aiuto economico di Jerry Waterson, il suo primo backer: “Prima di avere un backer avevo vinto al massimo $1.800 in un colpo solo, poi una sera vinsi su PokerStars quello che oggi si chiama il Big $55 e un torneo re-buy da $11, per un totale di circa $18.000”.

Le prime difficoltà arrivano proprio quando Waterson stava ‘sponsorizzando’ lo scozzese: A lungo persi un sacco di soldi giocando a livelli più alti. Scesi di livello, ma Jerry stava cominciando a perdere fiducia. Portò tutti i giocatori che stakava in Florida per una sorta di ritiro, ma io avevo spese da pagare e non guadagnavo da 6 mesi.

Qui, Farrell conosce David ‘ghettofabolous’ Randall, uno dei cavalli di Waterson col quale stringerà una bella amicizia. Ad un certo punto, Randall si mette in proprio e decide di fare da backer allo scozzese.

Las Vegas come rampa di lancio

Niall Farrell si trasferisce a Las Vegas con lo stesso Randall, ma all’inizio non sfonda. Tutto cambia in occasione delle WSOP 2011, quando il professionista britannico decide di scambiare il 2% di quote del Main Event con Pius Heinz.

“Ovviamente lui ha vinto”, ricorda Farrell, “e io mi sono intascato $180.000. A quel punto mi sono detto che non avrei più avuto bisogno di essere stakato. Avevo un bankroll sufficiente per giocare a qualsiasi livello avessi voluto”.

Le cose però precipitano di nuovo: “Subito dopo quella decisione ho avuto un bruttissimo downswing e mi sono ritrovato ancora stakato, stavolta da Pius stesso. Feci un 2° posto in un torneo da $3k delle WSOP e con quei soldi pagai Pius e Pratyush Buddiga (con cui avevamo stakato, perdendo un sacco di soldi, alcuni giocatori) e tornai di nuovo a giocare col mio bankroll”.

 

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Niall Farrell
La recente vittoria alle WSOPE 2017

 

I colleghi made in UK

C’è spazio anche per parlare di chi, come lui, ha fatto del poker una professione: “Ci ho messo parecchio a conoscere giocatori del calibro di Jake Cody, Chris Moorman e Sam Grafton: oggi però sono tra i miei migliori amici.

Alcuni di loro hanno fatto talmente tanti soldi che non giocano quasi più, ma potrebbero partecipare a tutti gli High Roller, se volessero. Parlo di gente come Toby Lewis e Craig McCorkell.

Con Craig vado una volta l’anno a Vancouver per giocare le SCOOP. E sono serio quando dico che quelle sono quasi le uniche volte in cui lui gioca online: partecipa alle SCOOP, vince $200k e poi non gioca più fino all’anno successivo.

Sui field degli High Roller

Oggi, i top player partecipano quasi esclusivamente ai tornei High Roller, e per un motivo ben preciso: “Un torneo come il One Drop è molto più facile, per esempio, di un €25k dell’EPT. Ci sono tanti pro americani della vecchia scuola che cercano di vincere un braccialetto, ma in quel field non sono più giocatori vincenti.

Niall Farrell ricorda il One Drop delle WSOP 2016, dove chiuse all’8° posto: “Ad un certo punto al tavolo eravamo io, tre pro americani vecchia scuola, Andrew Robl e Christoph Vogelsang. E a parte Christoph, mi sentivo il più forte.

Prendete gente come Robl: probabilmente potrebbe essere ancora uno dei più forti, se solo gli importasse. Ma, voglio dire… è già ricco. Se non fai altro che giocare a stake altissimi contro gli uomini d’affari, che senso ha sbattersi?”

I migliori secondo Niall Farrell

Lo scozzese ha poi delineato quello che sarebbe il suo tavolo da incubo: Fedor Holz, Steve O’Dwyer (la mia bestia nera), Adrian Mateos e Christoph Vogelsang. Giocare contro Nick Petrangelo è difficile, ma lui è talmente un bravo ragazzo che mi ci diverto.

Anche contro Daniel Dvoress faccio una fatica pazzesca. È un ottimo giocatore da torneo: lui riesce sempre a battermi in abilità, ma poi io con un cooler gli frego lo stesso tutte le chip. Anche Ike Haxton ovviamente è un player fantastico: per distruggere gli high stakes online devi essere un mostro”.

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