Nei 43 anni di storia delle WSOP ci sarebbe una infinita aneddotica, con centinaia di personaggi e storie di ogni tipo da raccontare. Quello che pochi di voi sanno, però, è che c'è una sola sedia capace di ben due piazzamenti in the money: la sedia di Vinnie Vinh. Avete letto bene, e ora vi racconteremo questa incredibile storia.
Vinnie Vinh è un player statunitense di origini vietnamite, che ebbe una certa notorietà circa a metà degli anni 2000 e in particolar modo nel 2004, quando giunse all'heads up finale del WPT L.A. Poker Classic contro Antonio Esfandiari. Una celebre mano in cui Vinnie re-raisò per tutte le sue chips con Q4, sbattendo fatalmente sugli assi di Antonio, pose fine al torneo, regalando a "the magician" il primo titolo WPT in carriera. Per Vinnie Vinh invece si trattò di una grande occasione sprecata, che però non sarebbe stata certo l'unica della sua vita...
Affetto da varie dipendenze da droghe e alcool, la parabola di Vinnie è un continuo e diseguale viaggio tra alti e bassi: il suo talento era ed è innegabile, e così la sua aggressività verbale al tavolo. Ma col passare del tempo le sue condizioni psicofisiche andarono peggiorando, e così si arriva alle WSOP 2007.
Il 6 giugno, Vinnie chiude da vicechipleader il day 1 di un evento da 1.000$ con rebuy, e per lui sembra possa essere la volta buona 2 anni dopo un altro trionfo sfiorato (nel 10.000$ Pot Limit Omaha chiuso dietro al solo Rafi Amit, ndr). Così inizia il day 2, ma di Vinh non c'è alcuna traccia. Passano i livelli e il suo stack continua a venire eroso dal passare dei bui. Vinnie alla fine non si presenta affatto, e la sua sedia vuota assiste alla progressiva sparizione delle chips fino all'inevitabile uscita, a premio, in 20a posizione per 16mila dollari di premio.
Non è mai stato chiaro che fine avesse fatto, ma chi lo conosceva non si sorprendette più di tanto, visto il regime di vita abbastanza borderline che Vinnie era solito tenere. Quello che nessuno avrebbe osato immaginare è che la scena si sarebbe ripetuta neanche due settimane dopo!
Siamo a un evento NL Hold'em short handed da 2.500$, e come spesso gli capita Vinnie ha chiuso alla grande il day 1, a 73mila chips con 42 giocatori ancora in corsa. Anche stavolta, però, al day 2 c'è solo la sua sedia a rappresentarlo. Le battute sulla "sedia più tight al mondo" si sprecano, anche se quest'ultima riesce comunque a fare meglio di 20 giocatori, poichè lo stack di Vinh viene definitivamente blinded out in 22ma posizione per 12.468$ di ricompensa.
Tutti parlavano di Vinnie Vinh e della sua sedia, soprattutto quando la cosa si ripetè anche al Main Event dello stesso anno (senza alcun "in the money", ndr). L'ironia di allora si mescolava però alla preoccupazione per il destino di quest'uomo: in molti temevano una sorta di deja-vu con quanto visto 17 anni prima, al Main Event del 1990, con il povero Stu Ungar protagonista (leggi qui cosa accadde).
La vita è stata però più benevola con Vinnie Vinh, e anche per questo motivo oggi se ne può parlare con il sorriso, seppure amaro. Sparito dalla circolazione per un pò, riapparve nel circuito pokeristico partecipando ad eventi minori sempre fra Las Vegas e la sua Los Angeles. tornando gradualmente ad ottenere dei buoni risultati. L'ultimo acuto di Vinnie è stato il successo in un side event da 200$ al L.A. Poker Classic nel febbraio 2011, che gli valse 12mila dollari e un'intervista con l'amico Matt Savage.
Chissà se rivedremo Vinnie Vinh alle WSOP 2012, magari grazie alla fiducia - ed ai soldi - di qualche amico top player come David "the dragon" Pham. In fin dei conti sarebbe un ulteriore attestazione del suo ritorno alla normalità, anche se tale concetto non sarà mai adatto per uno come Vinnie. E poi il poker ha bisogno anche di personaggi come lui. Un pò meno delle sue improbabili camicie...