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Truffa FIFA Coins

Quattro ragazzi truffano EA Sports (FIFA) per $16 milioni: la storia della ‘stangata’

Il compianto giudice Falcone lo ripeteva sempre: “Follow the money”. Seguite i soldi, insomma. Ed è proprio ciò che gli inquirenti hanno fatto per mettere fine alla truffa ai danni della EA Sports (la società produttrice di videogiochi a cui si deve il capolavoro della serie FIFA).

Quattro ragazzi americani (Anthony Clark, Nicholas Castellucci, Ricky Miller ed Eaton Zveare) avevano trovato il modo di inserirsi nei server dell’azienda e di sottrarre le FIFA Coins, la valuta virtuale utilizzata nel più famoso simulatore calcistico del mondo.

Ecco la loro storia…

Truffa FIFA Coins

Che cosa sono le FIFA Coins

Prima di raccontarvi meglio la storia dei quattro hacker, cerchiamo di capire cosa sono le FIFA Coins.

Si tratta come detto della valuta in-game di FIFA, attraverso la quale i giocatori acquistano i pacchetti e che possono essere accumulate giocando le partite, oppure spendendo soldi veri per acquistarle.

Dell FIFA Coins avevamo già parlato, dato che l’argomento è molto delicato. Questa moneta virtuale è trattato come un vero e proprio ‘bene’ con cui addirittura fare trading online. E dal momento che le Coin sono surrogati della valuta reale, possono anche essere usate per scommettere sulle partite.

Anthony Clark, la mente della ‘stangata’

Dei quattro cheater di FIFA vi avevamo già accennato (qui), ma la loro storia vale la pena di essere approfondita. Clark, la mente del gruppo, era riuscito a creare questo tool con il quale superare le difese tecnologiche della EA Sports e al contempo trasferire sul suo account – e su quello dei complici – le già citate FIFA Coins.

Ma come funzionava, in pratica, questo strumento di hacking? A quanto pare, Clark si era inventato un tool che permetteva di simulare migliaia di partite di FIFA in pochi secondi, scatenando quindi una pioggia di FIFA Coins.

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I quattro avrebbero cominciato questa truffa utilizzando una console modificata, prima di passare a un sistema cloud molto più performante. La truffa sarebbe andata avanti dal 2013 al settembre 2015, quando finalmente è intervenuta l’FBI.

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Tutti colpevoli

Ovviamente l’FBI ha dovuto svolgere tutti i controlli e le indagini del caso, ma le prove sono state talmente schiaccianti (i famosi trasferimenti di denaro) che i quattro cheater si sono dichiarati tutti colpevoli.

A cominciare da Anthony Clark, 24 anni da Whittier (California), che ha pure rischiato 20 anni di carcere. Dopo aver patteggiato, Clark ha dovuto restituire una casa da $840.000 comprata nel 2014, due automobili (tra cui una Lamborghini) e $6 milioni depositati in vari conti bancari. Non è ancora chiaro se il ragazzo dovrà passare del tempo dietro le sbarre.

Il ventitreenne Ricky Miller, invece, se l’è cavata – per modo di dire – con un periodo di servizi sociali e naturalmente la restituzione di $1,5 milioni. Per il momento non ci sono aggiornamenti sugli altri due ragazzi coinvolti.

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