Pochi giorni fa vinceva il suo nono braccialetto WSOP in Australia. Tuttavia non va dimenticato che il meglio di sè, Phil Ivey, lo ha sempre dato nel cash game. Fra i suoi epici e spettacolari bluff ce n'è uno avvenuto circa 7 anni fa contro Allen Cunningham.
Siamo al Million Dollar Cash Game, un format televisivo risalente appunto al 2006, che prevedeva bui 300$/600$ e ante di 100 dollari. Al tavolo ci sono Tom "durrrr" Dwan, Mike Matusow, il già citato Ivey, Andrew Feldman, Chris Ferguson ed Allen Cunningham.
Quest’ultimo è senz’altro un gran giocatore, ma la sua sessione non sta procedendo al meglio. Ha buttato via delle mani vincenti ed ha fatto invece call quando era dominato. Comunque, il dealer gli distribuisce a a con cui apre di 2.000 dollari. Mike Matusow chiama da small blind con k 10 ed anche Ivey si adegua dal grande buio con 5 10.
Il flop è 9 9 6 e Matusow decide di checkare. Ivey punta invece 5.400$ e Cunningham chiama con la consapevolezza che Phil sa bene come lui abbia un raising range tight e quindi opta per un value trapping. Un 4 al turn completa un possibile colore ed Ivey mette nel piatto altri 12.000 dollari. Allen (senza l’Asso di quadri) chiama di nuovo pur se preoccupato dal board accoppiato e dalla possibilità di un flush già chiuso.
Il river è infine un 6 e Phil spara un’altra puntata da 30.000$ non mostrando alcun timore per la mano di Cunningham. Ivey sa che non può vincere checkando ma anche che il calling range dell’avversario dev’essere tight. Anche con una overpair chiamare diventa complicato.
La decisa azione a partire dal flop può certamente indicare che Ivey abbia puntato con un 9, un 6 o con un flush draw, tutte mani che battono i pocket aces di Cunningham. Quest’ultimo infatti ci riflette a lungo ma poi decide di buttare nel muck le sue carte vincenti.