Un tabaccaio di Aosta ha scommesso quasi 400mila euro al Lotto in due settimane, senza pagare le giocate. Ora la Corte dei Conti regionale gli chiede il conto (scusate il gioco di parole).
Il piano era quello di giocare a “credito” e poi ripagare le scommesse del Lotto con le vincite ma nulla è filato liscio nel suo piano. Certo, provare a fare una cosa del genere con il Lotto è statisticamente senza senso, considerando le probabilità di vincita così sfavorevoli.
Vi ricordo che non esiste nessun sistema per battere le lotterie, la matematica non è un'opinione.
In questo Articolo:
La storia
Nel gennaio 2019, un tabaccaio di Aosta ha avuto una "idea": giocare al Lotto quasi 400mila euro in due settimane, sperando di vincere cospicue somme ma forse non aveva bene a mente il payout del Lotto che è uno dei giochi più sfavorevoli per i gamblers (basta confrontare le probabilità di vincita ufficiali per capirlo).
Ma c’era anche un altro “piccolo” problema: non aveva i soldi per pagare le giocate. Così ha pensato di fare finta di niente e di registrare le sue scommesse senza versare un centesimo al concessionario.
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La revoca della concessione
L'ammanco non è passato inosservato. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli si è accorta del mancato pagamento e ha subito revocato la concessione al tabaccaio, chiedendogli di saldare il debito. Non è la prima volta che vi raccontiamo di episodi simili.
La difesa del tabaccaio
Il tabaccaio, però, non si è arreso e ha cercato di difendersi in tribunale. Prima i suoi legali hanno sostenuto che le sue giocate fossero solo virtuali, perché le aveva fatte per sé stesso e non per i clienti e il dettaglio sorprende alquanto.
Fa invece preoccupare quando la linea difensiva è passata al contrattacco affermato che l’uomo fosse affetto da dipendenza da gioco d’azzardo, e di aver seguito un percorso terapeutico. Un aspetto che non va mai sottovalutato.
In questo caso è stato giusto approfondire per capire se l’uomo fosse incapace di intendere le conseguenze delle sue azioni.
Il percorso terapeutico ma il referto della ASL...
L’ex tabaccaio – durante l’iter giudiziale - ha partecipato a un percorso terapeutico dell'ASL, il cui Servizio per le dipendenze ha fatto avere sulla scrivania del giudice il seguente referto sull’uomo: “pur riconoscendo un disturbo da gioco d'azzardo in forma grave e persistente, non evidenzia alcuna compromissione delle facoltà intellettive del convenuto, né nella capacità di intendere”.
Il parere della ASL è possibile che abbia pesato sul giudizio. La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Valle d'Aosta ha dato ragione all'Agenzia delle dogane e dei monopoli.
La sentenza della Corte dei Conti
Le motivazioni lasciano poco spazio alla fantasia: secondo i giudici l’uomo “ha indebitamente registrato le proprie giocate, nella speranza di una vincita, senza provvedere al relativo pagamento, così sottraendo una parte del compenso all'Erario”. Che il piano fosse quello non ci sono molti dubbi.
Sulla parte motivazionale della ludopatia, i giudici si sono espressi in questo modo: “viene escluso qualunque valore assolutorio”.
Dopo la sospensione della concessione, l’ex tabaccaio aveva prodotto un certificato da parte di uno specialista privato, uno psicologo che aveva riconosciuto il suo stato di ludopatico. I giudici però scrivono: “Quel fatto solleva rilevanti dubbi sull'attendibilità della patologia lamentata, specie in presenza di patologie psichiche difficilmente diagnosticabili in termini oggettivi ma solo sulla base del riferito dal paziente”.
Il procuratore regionale della Valle d’Aosta ha richiesto un risarcimento di €397.000 più gli interessi e i giudici hanno accolto tale richiesta. L’uomo dovrà pagare.
I giudici quindi hanno ritenuto che il tabaccaio avesse agito in malafede, registrando le giocate senza pagare, nella speranza di una vincita. Hanno anche escluso che la ludopatia potesse giustificare il suo comportamento, visto che si era rivolto a uno specialista privato solo dopo aver perso la concessione.
Il tabaccaio, insomma, ha giocato con il fuoco e si è bruciato. Ha scoperto a sue spese che quando si esagera l’azzardo non paga ma bensì può comportare gravi problemi. E che la legge non perdona.
Gioco responsabile
Però è probabile che l’uomo ricorra in appello. A nostro avviso è doveroso sottolineare come questa storia debba essere di monito a tutti: prima di tutto non si gioca mai a credito soldi di cui non si dispone, ma inoltre, come vi ripetiamo sempre, è necessario essere molto responsabili e scommettere solo per divertimento somme irrisorie rispetto al proprio patrimonio e reddito.
La dipendenza da gioco d’azzardo è uno stato che può alternare la reale percezione del valore del denaro. E’ necessario, nel caso si sospetti di essere affetti a tale condizione, di rivolgersi a specialisti.