Nonostante siano dotati di un talento indiscusso, non è raro che anche i più forti giocatori High Stakes debbano fare i conti con un macroscopico punto debole, ovvero la mancanza di disciplina. Andrew Brown fa certamente parte di questa categoria.
Newyorkese di nascita e cittadino del mondo per professione, Brown a dispetto dei suoi 27 anni ha già conosciuto a fondo gli alti e bassi che la vita di un giocatore può comportare.
Dedicatosi al poker soltanto dopo il liceo, per lui è stato amore a prima vista, assieme ad una serie di guai. Il ragazzo ha infatti talento, e al contrario di molti altri impara il gioco partendo dal live, non facendosi scrupolo di giocare contro avversari più forti se questo fosse servito ad imparare: “Non mi interessava che cosa stessero giocando, facevo tutto quello che era necessario per sedermi al tavolo – racconta Andrew – se si trattava di spendere tutto quello che avevo, per me andava bene”.
In questo modo Brown ha imparato tutte le varianti Limit sia dell'Hold'em che dell'Omaha, mentre per il No Limit ha avuto come battesimo l'online. Con esiti curiosi: “Mia mamma depositava sul mio conto 50$ alla settimana. Io giocavo e vincevo, portandoli fino a 500$, talvolta 5000$, poi giocavo a limiti troppo alti e perdevo tutto. E mia mamma depositava altri 50$. Questo ogni settimana: proprio non conoscevo dove fosse il tasto del cash out”.
Nel frattempo l'università è trascurata: Andrew ha già scelto la sua strada, che non passa da una scrivania ma da ben altro tipo di tavoli. Nonostante la sua famiglia non l'abbia presa comprensibilmente bene, Andrew inizia a giocare online su una piattaforma dove c'è un forte afflusso di giocatori che provengono dalle scommesse. Il paradiso, per un come lui. Nell'arco di due anni vince in maniera costante e impressionante, arrivando tuttavia a perdere 160.000$ in scommesse sportive prima di capire che quel mondo non fa per lui. E ancora una volta gli va bene.
Nel 2008 vince online la qualificazione al Main Event WSOP, decidendo di giocare anche qualche evento minore. Un'ottima scelta per lui. Oltre a piazzarsi 19esimo in un evento di Razz da 1500$ di buy-in, vince il braccialetto in un evento da 2.000$ di PLO8 con 551 partecipanti, guadagnando 226.000$: “Ho giocato in modo incredibile, ma nessuno mi prendeva molto sul serio, specialmente Todd Brunson, che ho poi sconfitto nell'heads-up finale. I giocatori di Vegas non li ho trovati così forti”.
Nel frattempo continua la sua cavalcata online. In aprile vince un torneo di PLO da 2.000$ rebuy su PokerStars, guadagnandosi 166.000 $, mentre nello scorso novembe ha sbaragliato una concorrenza d'eccezione al campionato heads-up di PLO da 25.000 $ di buy-in su Full Tilt Poker: “Non ho trovato avversari forti fino all'ultimo incontro. So che suona arrogante, ma ho avuto fortuna con un sorteggio favorevole”. In finale trova “Ugotabanana”, ovvero Harry Kackza: “E' un grande giocatore, ma in finale non ha dato il meglio di sé. Negli altri, visto che ha sconfitto, Ivey, Antonius e Saout, penso abbia giocato meglio”.
E così altri 400.000$ sono finiti nelle sue tasche, permettendogli di battere su Full Tilt i tavoli $100/$200 di PLO e concedendosi talvolta alcune puntate ai tavoli superiori. Per i quali in realtà non è rollato, ma dopo le esperienze precedenti predica giudizio: “Posso essere responsabile e adulto adesso. Ho vinto talmente tanto che penso sia impossibile che mandi tutto all'aria di nuovo”.
E anche se a certi livelli non si può mai sapere, gli auguriamo di non farlo: in fondo, stoffa ne ha perché si possa parlare di lui per ben altro, e ben presto.