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Salviamo il Betting Exchange! Gli scommettitori italiani fondano un comitato e lanciano la petizione online

Nasce un nuovo comitato "Salviamo il Betting Exchange" in Italia, al quale hanno aderito (e stanno aderendo) semplici appassionati, traders, scommettitori, addetti ai lavori, giornalisti, blogger, influencer.

Le adesioni e la formazione del comitato è avvenuta in modo del tutto spontaneo in queste ore, a seguito delle sospensioni temporanee degli account.

Come prima iniziativa, il Comitato ha lanciato online la petizione (CLICCA QUI PER FIRMARLA) per salvare il gioco dalla tassa dello 0,50% calcolata sulla raccolta che, di fatto, rende lo scambio scommesse insostenibile (la pressione fiscale supera i profitti).

L'obiettivo è arrivare a 5mila firme digitali.

L'iniziativa vede come destinatari il Ministero Politiche Giovanili e dello Sport, il Ministero dell'Economia e delle Finanze e Marcello Minenna, Direttore Generale della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Il messaggio e l'invito del Comitato Salviamo il Betting Exchange

Firma la Petizione Salviamo il Betting Exchange dalla tassa dello 0,5% sul giocato, ad esso non applicabile.

Dai il tuo contributo con la tua firma a Salvare il betting exchange. Ogni firma e ogni contributo è importante!

Sono coinvolti in questa petizione tutti i principali player italiani nel Comitato Betting Exchange. Dobbiamo raggiungere più firme possibili.

Mi raccomando dovete confermare indirizzo email che vi arriverà nella vostra casella di posta!

Qui puoi firmare la petizione sulla piattaforma indipendente Change.org

Il testo della petizione online

Indirizzato a: Ministero Politiche Giovanili, Ministero delle Finanze, Direttore Generale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

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Salviamo il Betting Exchange dalla tassa dello 0,5% sul giocato, ad esso non applicabile. Firma la petizione per evitare la sospensione e/o eventuale chiusura del Betting Exchange in Italia.

Il betting exchange è una piattaforma di scambio scommesse con interazione diretta dei giocatori lanciata ufficialmente in Italia ad aprile 2014 che consente a tantissimi cittadini italiani di avere un lavoro e pagare le tasse come sport trader, di integrare il proprio budget familiare o semplicemente fare qualche scommessa tramite questa particolare metodologia che non ha nulla a cui spartire con il gioco d’azzardo: il betting exchange è un gioco d’abilità e i gestori delle piattaforme non fanno raccolta di gioco ma intermediazione di scommesse tra gli utenti stessi permettendo il funzionamento e l’integrità del sistema.

A maggio 2020 il Governo ha istituito il “fondo salva sport” per dare un contributo allo sport coinvolto nella crisi del covid-19 tassando indistintamente tutto il comparto giochi d’azzardo con la tassa dello 0.5 % sul giocato e di conseguenza anche il betting exchange che, per come funziona e come è strutturato, non può sottostare ad un’imposizione secca sul giocato che non solo non lo rende profittevole ma lo porta in fortissima perdita non consentendo alle aziende che lo gestiscono di fare il business per cui detengono ed hanno pagato una regolare concessione governativa.

I gestori delle piattaforme in Italia Betfair srl e Betflag spa fanno intermediazione di scommesse tra utenti (come riconosciuto e scritto da TAR del Lazio nella motivazione del 17 novembre 2020 si sospensione dal pagamento della tassa del ricorso presentato da Betflag spa numero registro 9396 del 2020) e non raccolta nel senso letterale del termine così come previsto dal decreto salva sport che recita “una quota pari allo 0,5% del totale della raccolta da scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere” .

Noi utenti del betting exchange non ci vogliamo sottrarre dal contributo per salvare lo sport italiano ma chiediamo che la tassa sia calcolata sul profitto effettivamente realizzato su ciascun mercato in misura dello 0,5% sul Vincite ( in tal modo ai concessionari Betfair e Betflag basterebbe innalzare la commissione da loro percepita sulle vincite degli utenti di questo valore percentuale aggiuntivo). Con la modalità di addebito della tassa così come concepita attualmente dalle norme sarebbe impossibile per noi utenti conoscere a priori quanto pagare ogni volta che facciamo un’operazione ma lo sapremmo solamente una volta che il gestore della piattaforma ci addebita l’importo al termine dell'operazione e questo di fatto non ci farebbe operare rendendo questa metodologia per noi perdente e per insostenibile economicamente per gli stessi concessionari responsabili della raccolta della stessa. Per questo motivo moltissimi utenti siamo convinti emigrerebbero sui siti esteri senza concessione governativa privando lo Stato Italiano di consistenti entrate erariali fondamentali in questa fase storica.

In questo modo tutti noi utilizzatori del Betting Exchange pagheremmo questa tassa al fondo salva sport, lo Stato continuerebbe a percepire il regolare tributo e noi ad utilizzare l’exchange.

Tutti noi vogliamo contribuire al fondo salva sport, fare continuare questo prodotto unico (abbiamo aspettato 14 anni prima che arrivasse in Italia), salvaguardare posti di lavoro all’interno delle società concessionarie e di tutto l’indotto che ruota intorno al betting exchange che potrebbe essere ridimensionato o chiudere definitivamente nel nostro Paese.

Se anche tu vuoi salvare il betting exchange in Italia firma questa petizione!

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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