Il governo cinese muove la sua crociata contro il poker online, che anche nel Paese della Grande Muraglia ha fatto numerosi proseliti, nonostante questo sia del tutto illegale. Infatti, da quando nel 1949 il Partito Comunista è al potere ogni forma di gioco è bandita, se si escludono due lotterie nazionali statali.
Naturalmente tutto ciò non impedisce che vi sia un proliferare di bische ed affini, come è normale che accada quando vengono adottate politiche proibizioniste. Questo fa sì che i vari Ministeri del governo cinese sappiano bene come stiano le cose, così come sanno che molti cinesi affollano le poker room internazionali, dove giocano per molte ore magari facendo account sharing a limiti bassi. Per quanto possa apparire ai nostri occhi assurdo, il guadagno garantito da queste interminabili sessioni portate avanti da una o più persone – dato dal profitto più rakeback – è di quelli importanti in una realtà come la Cina, ed ecco perché nonostante sia vietato in molti sfidano leggi e costrizioni pur di assicurarselo.
Tuttavia, l’agenzia Reuters ha annunciato l’intenzione da parte del governo Cinese di porre un freno a questa tendenza, andando a colpire tanto i giocatori che il complesso sistema di banche sotterranee e piattaforme varie, che consentono il transito di denaro necessario per il trasferimento di fondi. L’iniziativa è stata portata avanti dal Ministero per la Pubblica Sicurezza, in accordo con altre istituzioni quali la Banca Centrale ed il Ministero dell’Industria e dell’Informazione Tecnologica.
Questa nuova restrizione contro il gioco - che sarà condotta a partire da Febbraio e dovrebbe concludersi entro Agosto - è solo l’ultima di altre analoghe che sono andate a colpire la pornografia come anche il famoso gioco di ruolo fantasy World Of Warcraft, praticato fino a poco fa secondo alcune stime da 4 milioni di cinesi che sviluppavano personaggi potenti per poi rivenderli online ad altri giocatori.
La notizia, già rimbalzata nelle community di poker online, suscita reazioni contrastanti fra i giocatori: c’è infatti chi si dice contento che questo sia accaduto, in quanto eliminerà fenomeni di account sharing ed eviterà che la proverbiale dedizione orientale generi orde di giocatori fortissimi, e chi invece sostiene che per l’industria del poker l’introduzione dei giocatori cinesi nel mercato sarebbe solo un enorme guadagno, che si rifletterebbe anche su tutti gli altri utenti.
Dovunque sia la ragione, quello che è certo è che nonostante il fenomeno probabilmente non sarà mai eliminato del tutto, dopo questa decisione da parte del governo cinese di impedire la proliferazione del Texas Hold’em online in Cina, da oggi per i giocatori dagli occhi a mandorla affacciarsi ai tavoli delle poker room internazionali sarà ancora più difficile.