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Contrasto al gioco illegale: pene fino a 6 anni, le nuove tasse in arrivo per il reddito di cittadinanza. Tartassati i giocatori

Il Decreto Dignità, con il ban della pubblicità, spiana la strada al gioco illegale ed in particolare ai web site dot com. In queste settimane si è notato un aumento tangibile dell’attività marketing da parte di società sprovviste di concessione: una vera offensiva, un assedio al gioco legale, con volantini (il caso del Casinò di Mentone farà scuola…), bonus di bookmakers offshore inviati per posta (terrestre) attraverso buste bianche (impossibili da intercettare), numerose offerte inviate per mail, finte agenzie di scommesse regolari che in realtà sottobanco propongono aperture di conti con società straniere. Se questo è l’aperitivo, cosa succederà nel prossimo luglio quando il decreto sarà effettivo al 100%?

Il mercato senza tutele: l’offensiva dei .com

Ci sono società di scommesse che stanno offrendo in Italia condizioni favorevolissime su canali di raccolta atipici. L’offensiva è iniziata ed i concessionari rischiano di rimanere con il classico cerino in mano: fino ad ora hanno subito le attuali politiche con un atteggiamento eccessivamente passivo che rischiano di pagare con gli interessi nel lungo periodo.

Uno scenario facilmente prevedibile. Ma in Italia, nel post decreto dignità, i soggetti che rispettano le regole rischiano di chiudere le proprie attività o di vedersi seriamente danneggiati, mentre coloro che non hanno alcuna concessione spadroneggiano con rischi legali relativi. Un vero assist al gioco illegale.

Aumentano le pene, ma quanto saranno efficaci queste misure?

Il Governo ha deciso – con un maxi emendamento –  di alzare il tiro: per la raccolta abusiva di gioco non autorizzato sarà prevista una sanzione fino a 50.000 euro ed una pena prevista con 6 anni di reclusione (in precedenza erano 3 gli anni di pena massima). Il problema è riuscire ad individuare queste attività occulte, ma non solo.

Su internet, l’oscuramento si è rivelata una misura del tutto inefficace e facilmente raggirabile.

Inoltre l‘esperienza giurisprudenziale in Italia ed in Europa (vedi sentenze della Corte di Giustizia Europea), negli ultimi 20 anni, dimostra quanto siano poco efficaci tali sanzioni (soprattutto sotto il punto di vista della responsabilità penale). Difficilmente si è mai arrivati a sentenze di condanna per i reati suddetti (a meno che non vi fosse la contestazione di altre gravi infrazioni come l’associazione a delinquere di stampo mafioso, articolo 416 bis).

La storia e la giurisprudenza insegnano sul gioco illegale…

Lo Stato ha iniziato a contestare reati vari (sotto il profilo penale) fin dalla fine degli anni ’90 rimanendo con un pugno di mosche in mano. Risultati? Pari a zero o quasi. Questo ha solo agevolato la creazione di una rete parallela sempre più forte, con il susseguirsi di sentenze della CGE che provavano solo la discriminazione subita da questi soggetti (esclusi dai bandi di gara).

Nel corso degli anni, in base a queste esperienze, i Governi precedenti erano riusciti a rafforzare il mercato legale con grande intelligenza e soprattutto con un sano realismo, non permettendo ai .com di fare pubblicità (arma riservata solo ai concessionari) e raggiungendo una tassazione equilibrata nell’online e nelle scommesse che ha indotto le società straniere a rispettare le regole.  Ed ora i bandi di gara in Italia, con queste regole, che valore avranno? Le concessioni sono state svalutate. Altro danno allo Stato.

Questa lenta ma positiva evoluzione è stata smantellata in pochi mesi da questo Governo che farà tornare indietro il mercato legale di 20 anni. Benefici per i giocatori? Pari a zero, anzi (basta leggere più avanti). Per l’erario? I danni saranno incalcolabili nel lungo periodo.

Piano dei Monopoli e della Finanza per combattere il gioco illecito

Cosa c’è da aspettarsi? Tante belle parole ma seguiranno fatti concreti? Ne dubitiamo per quanto riguarda la raccolta abusiva su internet.

Per quanto concerne il gioco terrestre invece ci sono margini di manovra diversi. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in collaborazione con le forze di polizia e la Guardia di Finanza, dovrà studiare un piano straordinario di contrasto al gioco illegale (si spera anche per la raccolta sul web). Prevista tolleranza zero per apparecchi da intrattenimento fuori regola (sanzione di 50.000 euro per ogni infrazione e chiusura dei locali per 60 giorni) anche con giochi promozionali.

Nuove tasse per finanziare reddito di cittadinanza

Deciso, per trovare le coperture per il reddito di cittadinanza e la famosa quota 100 per le pensioni, il Governo sta studiano un provvedimento (all’interno del maxi emendamento) per aumentare la tassazione sulle slot e sulle VLT dello 0,65% (è il quarto aumento da luglio ad oggi) ma non andrà a colpire le famose “lobby” dei giochi bensì i giocatori problematici e i gestori.

I payout saranno ancora di più ridotti ed i players (soprattutto quelli soggetti a ludopatie) saranno ancora di più massacrati. Perderanno ancora più facilmente ed in fretta. Anche nel 10elotto i fortunati vincitori saranno tartassati: sulle vincite non sarà più applicato un prelievo dell’8%, bensì dell’11% abbassando ancora di più la media dei payout.

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La denuncia del Fatto Quotidiano: “Il Governo punta a usare i giocatori d’azzardo per fare cassa”

In settimana il Fatto Quotidiano ha pubblicato un editoriale sulle perplessità delle politiche di Governo in merito al gioco pubblico. Il titolo è eloquente: “Gioco d’azzardo, la manovra riduce il payout. Così lo Stato aumenta i guadagni (e i danni sociali)”.

Ergo? Affermano di combattere la ludopatia ed invece l’alimentano ancora di più, con provvedimenti che hanno un’incidenza diretta.

La posizione del Fatto è realista: Il governo M5s-Lega rinuncia a una seria lotta contro l’azzardo e punta invece a usare i giocatori d’azzardo per fare cassa. Un aspetto importante del maxiemendamento riguarda la questione del payout, cioè del tasso di restituzione delle vincite. In Italia il payout delle slot machine (Awp e Vlt) è fissato per legge: questo significa che per ogni euro inserito nelle macchinette infernali, in media è restituita al giocatore una certa quantità di centesimi”.

In estate avevamo denunciato proprio questo: il gioco al massacro sulla pelle dei giocatori problematici (il numero maggiore è dipendente da slot e Vlt come testimonia una ricerca dell’Istituto Superiore della Sanità) messo in atto da questo esecutivo.

Il payout (ovvero il restituito ai giocatori in vincite) fino a qualche anno fa, per le slot da bar, era al 74%, con questa manovra sarà al 68%. Le conseguenze sociali su questi provvedimenti sono palesi. Altro che tutela dei giocatori, l’esatto contrario di quanto dichiarato. Questi sono i numeri, questa è l’imbarazzante verità.

Diminuisce il payout ma non calano i volumi

E’ una convinzione lontana dalla realtà pensare di indurre i giocatori a puntare di meno (siamo sicuri?) solo perché diminuisce il payout (come avviene nei tabacchi ogni volta che si alzano i prezzi): i players malati e dipendenti (che per slot e vlt sono la maggior parte in proporzione) continueranno a scommettere e perdere sempre di più. Saranno sempre di più penalizzati.

I dati storici per slot e vlt di questi anni registrati dimostrano che i volumi (la raccolta) continuano a non diminuire nonostante tutto, insieme alla contestuale crescita della spesa (il denaro perso dai giocatori). Cosa vuol dire? Solo una cosa. Assistiamo ad una lotta al gioco problematico solo a parole e questa politica fiscale espansiva avrà un peso anche nei successivi pronunciamenti della CGE (come testimoniano storiche sentenze ad iniziare dalla “Placanica”).

Fatto quotidiano: “Il Governo Conte non intende combattere il gioco d’azzardo di massa”

Il Fatto spiega nel dettaglio con un esempio semplice sui danni sociali creati da questa manovra: “Tuttavia, non è il giocato che conta dal punto di vista del danno sociale arrecato dalle slot: quel che conta sono le perdite. Se il signor Mario Rossi gioca 100 volte alle slot lasciandoci 30 euro oppure se gioca 98 volte lasciandocene 31, cosa è peggio? Ovviamente, è peggio il secondo caso, perché il signor Rossi ha perso più soldi. Le cifre non sono scelte casualmente, perché sono più o meno rappresentative di ciò che dobbiamo aspettarci secondo i tecnici ministeriali, con una riduzione del 2% del payout”.

Gli editorialisti del Fatto Quotidiano chiudono con una denuncia: “Aver messo a bilancio queste cifre significa solo una cosa: il governo Conte non intende sbarazzarsi del gioco d’azzardo di massa, né intende combatterlo in modo serio e radicale. A noi invece continua a sembrare una priorità sociale“.

Potete leggere qui in forma integrale l’articolo.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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