Sono uomini sull’orlo di una crisi di nervi i poker players americani. Da più di 24 ore sono isolati: non possono più giocare, almeno nelle piattaforme principali, con la consapevolezza di essere tornati all'anno zero nel loro paese. Le rooms hanno deciso di impedire l’accesso a tutti i residenti degli Stati Uniti: PokerStars.com e Fulltiltpoker.com sono state costrette a prendere questa sofferta decisione e lo hanno comunicato ufficialmente, consentendo ogni operazione di cash out (prelievo di denaro dai conti gioco).
Il day after è un giorno ricco di tradimenti e colpi di scena. A 24 ore dall'inchiesta che ha portato ad un vero terremoto nel mercato a stelle e strisce, i giocatori americani sono rimasti soli e tra i professionisti c’è chi medita di emigrare. L'America non è più la terra dei balocchi per gli appassionati di poker. Full Tilt Poker si è dichiarata sorpresa per l’inchiesta del Dipartimento di Giustizia e sostiene di non aver violato nessuna legge federale: “il poker non è un gioco d’azzardo ma d’abilità” si legge nel comunicato ufficiale della red room.
In attesa di una accurata difesa nelle sedi competenti, PokerStars.com ha fatto sapere che trasferisce - con effetto immediato - la propria piattaforma internazionale su PokerStars.eu; in Italia rimane tutto immutato con PokerStars.it.
Durissima la posizione della Poker Players Alliance (PPA), l’associazione dei giocatori che vanta più un milione di iscritti negli Stati Uniti. Il direttore esecutivo John Pappas, è stato tutt'altro che diplomatico: “Milioni di americani, in tutto il paese, sono indignati dal comportamento del Dipartimento di Giustizia che ha posto in essere un chiaro attacco al poker su internet. Può sembrare che l’azione del Governo sia focalizzata sugli operatori di gioco, in realtà questo piano è una semplice dichiarazione di guerra nei confronti dei poker players e della loro libertà su internet”. Parole durissime.
Ma quanti sono i giocatori di poker negli Stati Uniti? Bluff Magazine e Full Tilt Poker fanno riferimento a più di 10 milioni. PokerScout ha pubblicato che nel 2010 hanno giocato in rete, real money, 1,8 milioni di giocatori. Dato subito smentito dalla PPA. Secondo l’associazione, i players attivi sarebbero un numero notevolmente maggiore.
La PPA ha assicurato: “il denaro dei players non è a rischio. Tutti devono stare tranquilli da questo punto di vista”. John Pappas ha poi concluso: “Vorrei essere chiaro: il poker online non è un crimine ed i giocatori sono persone oneste. Non staremo a guardare: non ridurranno mai questo gioco solo ad un bellissimo passatempo per gli americani. A nome di oltre un milione di soci, la PPA sta lavorando duramente per proteggere gli interessi dei nostri giocatori e si impegna a garantire ai cittadini statunitensi la libertà di poter giocare online”.
Ma l’effetto domino dell’inchiesta non si placa: la Onyx Cup, l’ambiziosa serie di High Roller di Full Tilt Poker, è stata annullata perché i partner televisivi (ESPN in primis) hanno deciso di fare una clamorosa retromarcia. Ma non finisce qui il lungo elenco di tradimenti che si è consumato nelle ultime 24 ore; le più folli del poker online.
Wynn Resort ha preso le distanze dal (ex) partner PokerStars, dichiarando in un lasso di tempo record, che l’accordo per la creazione di PokerstarsWynn.com è già tramontato, a meno di un mese dalla firma. Stessa reazione da parte della famiglia Fertitta (proprietaria di Station Casino) che ha stracciato il contratto con Full Tilt Poker, senza neanche far passare un giorno dall'inizio dell'inchiesta.