Quando si parla di strategia nel poker ci sono persone che non fanno distinzione fra partite cash e tornei. Conosco infatti anche alcuni ottimi giocatori che credono che si giochino entrambe allo stesso modo. Anche se i risultati sembrerebbero dar loro ragione, non credo assolutamente che questa teoria sia giusta.
Il problema principale è che in un torneo le chip non hanno lo stesso valore. Nella maggior parte dei casi le chip che perdi valgono più di quelle che vinci. Mentre vedere con una mano marginale potrebbe costarti più o meno denaro in una partita cash, la stessa giocata in un torneo può avere come risultato la tua eliminazione dal torneo. Data la natura del torneo, è estremamente difficile riprendersi dopo la sconfitta di una mano che avresti potuto evitare sin dall’inizio. Per questo motivo, una mano che può essere tranquillamente giocata in una partita cash, potrebbe non essere così buona e dovrebbe essere passata in un torneo.
Considera ad esempio la prima mano del torneo: non andrai certamente a giocare il tuo stack intero in un coin-flip, rischiando di venir eliminato per una mano con il il 50% di possibilità di farti raddoppiare lo stack. Questo perché raddoppiare lo stack all’inizio del torneo non raddoppia la tua percentuale di vittoria, ed ha un potenziale di valore limitato, che non giustifica il rischio di venir eliminati dal torneo subito. Se ti consideri un giocatore vincente, il tuo obiettivo deve essere quello di vincere l’intero torneo, non solo la prima mano.
Il concetto rimane valido anche per le fasi successive del torneo. Per fare un esempio, diciamo che ho 50.000 in chip a metà torneo, e mi ritrovo in una situazione di potenziale coin-flip per 20.000. Ovviamente se vinco andrò a 70.000, e se perdo scenderò a 30.000. Sto quindi rischiando il 40% del mio stack per un guadagno potenziale del 20%, quindi il vantaggio guadagnato vincendo quelle chip extra non giustifica affatto il rischio di scendere a 30.000. Se questo dovesse accadere, mi ritroverei in un grave svantaggio che sarebbe poi difficile recuperare. Ci sono tantissimi giocatori che probabilmente prenderebbero il rischio e giocherebbero questo coin-flip, ma io raramente lo farei. Il guadagno non vale davvero il rischio.
Dicendo questo però, non ti sto suggerendo di passare la mano ogni volta che qualcuno mette il suo stack intero nel piatto. Ci saranno tantissimi casi in cui c’è l’Expected Value (il valore atteso, la vincita che ci si aspetta dal piatto) che giustifica la chiamata di una puntata all-in. Ad esempio, diciamo che hai AK e pensi che il tuo avversario abbia un asso con un kicker più debole. In questa situazione, potresti averlo indotto a tentare un bluff, e la chiamata è giustificata. Il caso è diverso in situazioni dove giochi un coin-flip, e non dovresti chiamare. Sebbene sia vero che non puoi sempre evitare le situazioni coin-flip, io penso che sia meglio cercare di fare di tutto per evitarle.
Penso che questi esempi illustrino chiaramente l’enorme differenza che c’è nel perdere o vincere lo stesso ammontare di chip. Qualcuno potrà non essere daccordo con me nelle situazioni specifiche, ma non ho mai conosciuto alcun giocatore di buon livello che non concordasse sull’idea generale. Secondo me il concetto per cui le chip che puoi perdere hanno più valore di quelle che puoi vincere nelle situazioni marginali è fondamentale in un torneo. Sarà più facile vincere se eviterai questo tipo di situazioni.
Bill Edler
L'articolo è stato tratto da FULL TILT