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Intervista a Daniel Negreanu

Impara…O perdi!
Agli inizi del 2003, presi la conscia decisione di giocare meno tornei e riprendere a giocare un poker più brillante, più d’azione. Partecipare ai tornei è divertente, ma viaggiare è stressante, e francamente neanche ripaga bene. Nel torneo di Card’s player, per esempio, è affascinante competere per il titolo di “Giocatore dell’anno”, in realtà però bisogna partecipare con assiduamente ai tornei per aggiudicarselo.

Così, di recente, sono tornato a lavorare al Bellagio circa cinque volte a settimana. Di solito scelgo una combinazione di 7/8 giochi: hold’em, stud, omaha eight-or-better, stud eight-or-better, ace-to-five triple draw, deuce-to-seven triple draw, razz e omaha high.
Di tutti questi, omaha high è quello che preferisco meno. Se avete letto “Questo gioco fa schifo!”, avrete sicuramente capito cosa intendo. Significa semplicemente che non sono molto bravo a questo gioco, e/o non ho ancora afferrato il concetto di questo gioco. Invece di mettere il broncio e lamentarmi “Questo è un gioco stupido” o “Perché ci stiamo giocando? Non serve alcuna abilità in questo sciocco gioco”, ho deciso di tenere la bocca chiusa ed impararlo.
Mi diverte molto giocare ai giochi misti. Interrompe la monotonia del fare un solo gioco. Se dipendesse solo da me (e purtroppo non succede mai) si giocherebbe ai più svariati giochi possibili. Certo, c’è sempre qualcuno che dice “No, non si può fare hold’em senza fare anche ace-to-five” o “Possiamo aggiungere stud e razz se eliminiamo hold’em e deuce-to-seven”. E di solito segue sempre “Perché si deve sempre fare come dici tu?” Bla, bla, bla.
Qualche volta si perdono anche più di venti minuti, ed è la cosa che più odio nel poker. Naturalmente, capisco che ognuno vorrebbe giocare a quello in cui riesce meglio, ma esiste una soluzione anche a questo: imparare bene tutti i giochi! Se ci riesci, non ti sentirai più svantaggiato, e non ti interesserà più il tipo di combinazione che gli altri sceglieranno.

In effetti mi sentivo sempre in svantaggio nelle sessioni di omaha high, ma non così tanto da influenzare la mia decisione se giocare o meno. Sentivo di essere il favorito in tutti gli altri giochi, e realizzai presto che l’unico modo per migliorare il mio omaha high era, in quel momento, fare esperienza.
Così, un martedi notte al Bellagio, stavo giocando un 600$-1.200$ a un sixhanded di giochi misti. Arriva il momento di omaha high, e mi ritrovo con 10 10 4 2 , ero primo a parlare e decisi di andarci piano. Questa mia leggerezza provocò un piccolo rilancio preflop, e pensai che in fondo valeva la pena investire una piccola somma per vedere il flop, nonostante la mia infelice posizione. Altri due giocatori dopo di me coprirono, così fece anche lo small blind, quindi alla fine eravamo in cinque a vedere il flop. Al flop scese 10c-4c-3c. Adesso avevo un tris, ma quando in giro c’è una possibilità di colore così, ad omaha high, c’è sempre la paura di essere battuti, soprattutto se qualcuno punta. E infatti proprio prima di me, il big blind, puntò. Per qualche strana ragione, pensai che questo “Player Y” o aveva un colore basso o stava facendo un semibluff avendo l’ a e nessun’altra carta di cuori in mano. Se aveva legato il nut-flush al flop, mi sarei più aspettato un check da lui, visto che parlava prima di me, nella speranza di un check-raise. La cosa più giusta da fare, credevo, era vedere tranquillamente, in modo da lasciar fare agli altri e capire le possibilità che avevo di aggiudicarmi quel piatto. Nessun altro vide. Al turn scese un 8 , non mi era d’aiuto. Player Y punta di nuovo. A questo punto decisi che andare solamente a vedere non avrebbe migliorato la mia situazione. Così decisi di rilanciare. Perché feci questa mossa? Beh, se Player Y avesse avuto davvero un colore basso, avrebbe potuto decidere di farmi credere di avere un nut-flush (il colore all’asso). Dopo tutto, se l’avessi avuto io il nut-flush, probabilmente avrei giocato nello stesso modo: gioco calmo al flop per far abboccare gli altri, e rilancio al turn quando la scommessa raddoppia. La sola cosa di cui avevo paura è che Player Y avesse quell’asso di cuori, non curante della possibilità che potesse avere già comunque colore. Se avesse avuto il nut-flush, ovviamente lui avrebbe rilanciato sul mio rilancio. La vera domanda da fare a me stesso era “E se mi rilanciasse anche avendo solamente l’asso e poi mi seguisse fino al river?”.
Se stessimo giocando Pot-limit, non avrei mai giocato in questo modo mettendomi così tanto a rischio, ma visto che si trattava di gioco Limit, pensai che in fondo continuare mi sarebbe costato solo una puntata in più. Dopo aver analizzato la mano più volte, realizzai che se fossi andato a vedere il river la giocata mi sarebbe costata comunque due puntate in più. Il vero obiettivo del mio rilancio era provare a vincere la mano senza aver bisogno di migliorarla. Era rischioso, ma ero proprio sicuro che Player Y non avesse quel nut-flush, almeno fin quando…Lui rilanciò! Oops! Basandomi sul linguaggio del suo corpo, cominciai a credere di trovarmi davvero di fronte ad un nut-flush, e non volevo buttare via soldi al river nella speranza di migliorare la mia mano. Inizialmente contavo di lasciargli il piatto, ma poi guardando il modo in cui mi rilanciò, decisi che se abbandonavo non avrei potuto tentare la mia mano al river. Certo, con così tanti soldi nel piatto, è automatico che vada a vedere se si tratta di una sola puntata (Ndt nel gioco Limit le puntate sono fisse e stabilite a priori).
Il river mi portò il quarto 10. Avevo gestito le puntate nel peggiore dei modi e ne erano uscite fuori rose profumatissime! Poteva capitarmi qualcosa ancora meglio? Per mia grande sorpresa, Player Y puntò ancora, e poi vide anche il mio rilancio, appunto.
Riguardando bene questa mano, posso dire di averla giocata veramente male. Sarebbe stato meglio mantenersi sul modo classico, solamente vedendo al turn. Sembrava un gioco avanzato nei tempi in cui lo facevo, ma tralasciavo un pezzo chiave delle informazioni. Se il mio avversario aveva davvero la mano che pensavo avesse (un colore di media entità), probabilmente avrebbe fatto check al turn. Quella sua puntata avrebbe dovuto dirmi che: 1) non aveva il nut, o 2) aveva la carta chiave, l’asso di cuori. In entrambe i casi, un rilancio era la cosa sbagliata. In 1) stavo semplicemente per pagare una scommessa in più, e in 2) avevo rischiato di essere mandato via da un bluff con una mano migliore. Errori come questo vanno anche bene, purchè ti lascino qualche insegnamento. Sono molto lontano dall’essere un esperto di omaha, da ogni punto di vista ma, continuando ad analizzare sempre le mani e continuando a fare del mio meglio, ho speranza di capire in pieno la giusta tattica di questo gioco. Questo, naturalmente, vale per ogni tipo di gioco, non solo in omaha high.

Come scrissi in “Questo gioco fa schifo!”, ci sono due modi di fare le cose:
• Essere ignoranti ed imprecare su “Questo stupido gioco!” o,
• Continuare a lottare gradino per gradino e imparare ogni cosa possibile del gioco.

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Il mio consiglio…? La nr.2!

By Daniel Negreanu

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