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Il bannato Ivan Deyra: "si ammetto che il multi-accounting è un imbroglio. Non vincevo da 3 anni, vi spiego perché..."

La vicenda del ban di Ivan Deyra ha scosso non solo il poker francese ma ha fatto il giro del mondo, considerando che meno di un anno e mezzo fa, il player transalpino aveva vinto un prestigioso braccialetto alle World Series.

Dopo essere stato sorpreso fa fare multi-accounting, Deyra ha analizzato i fatti a mente fredda, ammettendo indirettamente di aver giocato al Super High roller su Winamax del 4 gennaio con due account (uno era intestato al padre): "oggi - afferma il player professionista transalpino - con il senno di poi, riconosco il profilo dell'imbroglio nel multi-accounting".

Il suo contratto con la poker room francese sarebbe dovuto scadere a giugno, ma è stato licenziato in tronco come membro del team pro. "La punizione è stata pesante, molto pesante ma anche logica e comprensibile", ha ammesso nella dichiarazione pubblica che ha condiviso.

"Come ho potuto essere così ingenuo e ignaro? In questi giorni ed in queste notti cerco dentro di me delle risposte, cerco di approfondire le ragioni che mi hanno spinto a questo gesto grave e imperdonabile".

Ivan si è scusato con i suoi colleghi, con il suo (ex) sponsor e l'intera comunità pokerista per aver (potenzialmente) messo a repentaglio la loro immagine e l'immagine del gioco, il texas hold'em.

Come è possibile che un vincitore di un braccialetto WSOP e membro di un team pro, sia spinto ad una condotta così scorretta e rischiosa per la sua immagine e carriera? L'avidità? Sui forum francesi si è dibattuto molto sulle reali motivazioni di Deyra che ha voluto dare una risposta in prima persona.

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"Non vincevo da 3 anni, tutti conoscevano le mie mosse..."

"In passato, mi sono reso conto, facendo tutti i conti (sul suo grinding, ndr), che su Winamax non guadagnavo da tre anni, da quando sono diventato un Team Pro. Dopo essermi fatto diverse domande sul mio gioco, mi è venuto un grosso dubbio che diventata una mia teoria: i giocatori cambiano i nickname ogni sei mesi. Tutte le informazioni che raccolgo sul loro gioco scompaiono da quel momento, ma non è vero il contrario, poiché mantengo la stessa identità".

La tesi di Deyra è quindi difensiva: voleva verificare se questa sua teoria corrispondesse al vero. Era convinto che oramai gli altri giocatori conoscevano ogni aspetto del suo gioco e, per questa ragione, voleva cambiare account per verificare se i suoi risultati fossero differenti.

"La mia carriera non è finita, sarò più forte di prima"

Sfortunatamente per lui, però è stato scoperto e bannato. Il multi-accounting è una pratica molto scorretta nei confronti degli altri giocatori e non ammette alcun tipo di giustificazione.

Ivan Deyra, nonostante il ban, ha però ancora voglia di combattere e di rilanciarsi. "La mia carriera è tutt'altro che finita, crescerò ed imparerò da questo incidente. Ho dato tutte le mie energie e passione al poker, attraverso blog e video strategici. Ho condiviso con voi deep run, ho condiviso i miei sogni e lo spirito di squadra, fin dal primo giorno da professionista. Non mi arrenderò e continuerò a condividere tutto questo con voi fino alla fine".

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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